Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018
69 DOSSIER CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 di riconoscimenti economici per gli agricoltori conferenti, che hanno agito in termini di buone pratiche di program- mazione, raccolta e carico. I numerosi progetti di fideliz- zazione dei conferenti trovano la loro massima espressione nel premio Pomodorino d’o- ro Mutti: dal 2000, ogni an- no premiamo le aziende agri- cole che si distinguono nella produzione di pomodoro di qualità, riconoscendo un ex- tra bonus monetario ai primi 40 produttori di eccellenze. Gli incentivi alla qualità non sono però solo di carattere economico. La valorizzazio- ne del know-how della filie- ra è sempre stato un nostro importante obiettivo, e per questo continuiamo ad in- vestire in progetti di ricerca ed innovazione. Con questo spirito, nel 2014 è nato Pomodoro.net, una piattaforma sviluppata in collaborazione con Hort@ – spin off dell’U- niversità Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona – e messa a disposizione degli agricoltori conferenti per offrire loro supporto concreto in campo: inserendo i da- ti relativi alla propria coltivazione, la piattaforma elabora infatti le informazioni necessarie per prendere decisioni più consapevoli e definire gli interventi più appropriati. Un esempio di smart farming, modello per l’intera filiera che permette di ottimizzare la resa e la produttività dei terre- ni in un’ottica di sostenibilità ambientale delle produzioni. In Mutti, qualità non significa solo bontà del pomodoro: è anche sicurezza alimentare. Per questo, l’Azienda pro- muove studi sulla tracciabilità degli alimenti e sulla tra- sparenza dell’origine geografica del pomodoro. Da anni, Mutti patrocina ricerche per l’introduzione di un sistema scientifico, che consenta di individuare la presenza di ma- terie prime non italiane nel prodotto finito. Un primo pro- getto, sviluppato con l’Università Cattolica del Sacro Cuo- re e LIMS (Laboratory of Isotopic Mass Spectrometry) di Verbania, è stato presentato già nel 2012 al Senato della Repubblica. Nel 2017 è stato realizzato un altro studio, in collaborazione con i Laboratori Merieux, con l’obiettivo di mettere a punto un metodo analitico in grado di discrimi- nare il pomodoro di origine italiana da quello di altri Paesi. Perseguire obiettivi di qualità significa soprattutto rispetta- re un territorio, non solo pre- servarlo ma contribuire at- tivamente al suo sviluppo. Dal 2010 al 2015 abbiamo sviluppato, in collaborazione con il WWF Italia, un progetto di estrema innovazione (sia in termini di approccio, che di coinvolgimento degli sta- keholders) che ha permes- so un risparmio dell’impron- ta idrica del 4,6% in fase di approvvigionamento e una diminuzione delle emissioni di CO 2 del 27%. Oggi stiamo guardando ad una progettua- lità di più lungo periodo con la sfida di tutelare ed incre- mentare la biodiversità de- gli agro-ecosistemi connessi alla produzione di pomodori. L’impegno concreto nei confronti della qualità viene ri- conosciuto dal consumatore finale che ci ha premiato e seguita a farlo: il Gruppo continua a crescere consolidan- do nel 2017 un fatturato di circa 300 milioni di euro con un incremento del 13,5% rispetto all’anno precedente. Mutti è oggi leader in Italia e in altri Paesi europei; è pre- sente in 95 Paesi del mondo, con un export che pesa il 33% e che cresce di anno in anno a doppia cifra. Il nostro obiettivo è accelerare il percorso di internazionalizzazione ed innovazione intrapreso, mantenendo la nostra missio- ne per la qualità e il forte radicamento territoriale che fa parte dei nostri valori. • Francesco Mutti è stato nominato Cavaliere del lavoro nel 2017, è amministratore delegato del Gruppo Mutti, azienda di famiglia leader nei derivati del pomodoro. La produzione è di 280.000 tonnellate l’anno ed esporta in 83 Paesi. Grazie alle innovazioni introdotte ha ridotto del 4,6% l’impronta idrica e del 27% le emissioni di CO 2 lungo la filiera. 280 i dipendenti stabili e 1.026 gli stagionali.
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