Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

DALLE FONDAZIONI CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 72 le creazioni di Chanel e Capucci. Ma anche a conoscere l'artigiano londinese che, nell'era di Google Maps, ha svi- luppato una tecnica per creare mappamondi interamente a mano o l'officina meccanica italiana specializzata nella personalizzazione delle Ferrari fino a rivivere l'ultimo se- colo di storia riletto nei vasi di Ugo La Pietra o di Philippe Starck e ad ammirare il “Ritratto di Marcello Durazzo” di Van Dyck restaurato tra aprile e agosto scorsi. «La parola chiave che ha guidato il visitatore all’interno dell’ex convento di S. Giorgio è stata meraviglia: abbiamo voluto meravigliare con la bellezza e la sorpresa. Per que- sto abbiamo chiamato una squadra d’eccezione di curatori, per le tappe tematiche del nostro percorso, composta da personalità che hanno offerto punti di vista diversi», af- ferma Alberto Cavalli, curatore generale di “Homo Faber” e direttore generale della Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, «si va da Michele De Lucchi, architetto e designer, a Judith Clark, docente di moda e museologia a Londra, a Jean Blanchaert, gallerista, a Stefano Boeri, architetto di fama internazionale e presidente della Triennale di Mila- no, a India Mahdavi, interior designer con studio a Parigi». «Ma le anime di Homo Faber sono più di una e alle nuo- ve generazioni – prosegue Cavalli – sono state dedicate soprattutto le sezioni Talento Naturale, una collezione di oggetti in legno nati dalla collaborazione tra 20 giovani designer internazionali e due maestri lombardi della lavo- razione artigianale del legno, e Talenti Rari, che attraverso 12 video che ritraggono giovani artigiani al lavoro ha inda- gato su cosa sia davvero raro e prezioso al giorno d’oggi». In una trasversalità che è andata dal gioiello alle biciclette su misura, dal restauro di preziose testimonianze di arte e antiquariato alle lavorazioni di lusso sono andati in scena il talento umano, la maestria e il mondo della manifat- tura, quella più raffinata, che ancora oggi vive in Europa. A rendere possibile questa celebrazione del bello, del- la qualità e della passione e ad avviare una importan- te riflessione sulla manifattura fondata sulle potenzialità creative dell’alto artigianato come aspetto caratterizzante l’economia e la cultura del vecchio continente sono sta- ti Franco Cologni e Johann Rupert, co-fondatori della Mi- chelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. «Siamo partiti dai mestieri tradizionali legati al mondo dell’eccellenza, e abbiamo cercato di selezionare quel- li che meglio rappresentavano alcuni saperi specifici», spiega Cologni, «Il nostro obiettivo era di presentare sia le Maison più note, sia i brand di nicchia, facendo emer- gere quell’artigianalità che è intrinseca al loro patrimonio culturale. Nel mettere i maestri artigiani al centro dello spazio narrativo abbiamo voluto porre l’attenzione sul fat- to che il vero lusso non è ciò che è caro, bensì ciò che è creato dall’eccellenza e dalle abilità più rare e sofisticate». Nessuna nostalgia dunque per il passato che fu, quanto piuttosto la convinzione che il saper fare della tradizione artigiana italiana e europea, unito alla cultura del design e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, possa diventare generatore di valore per una società alla ricerca di una nuova crescita sociale ed economica. • Flaminia Berrettini Franco Cologni

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