Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 25 momento, mi sono subito reso conto dell’onore e dell’op- portunità che questo premio rappresenta. Studia Computing all’Imperial College di Londra. Dove nasce questa scelta? Ho la passione per l’informatica da quando frequentavo le scuole medie, se non da prima, e la matematica mi ha sempre interessato e divertito, anche grazie a insegnanti straordinari che hanno saputo trasmettermi la loro passio- ne. La scelta di studiare all’estero, invece, è dovuta in parte a fattori irrazionali, in parte alla voglia di mettermi in gioco e in parte alle molteplici opportunità che studiare in una università importante e prestigiosa può offrire. Sfiducia verso l’Italia? Nì. Non sono particolarmente ottimista per quanto riguarda il futuro a breve termine dell’Italia, ma questa non è una cosa che ha influenzato la mia scelta universitaria. Adoro l’Italia, sono fiero di essere italiano e spero che nel futuro ci siano le condizioni per tornare. Dove immagina il suo futuro tra 10 anni, in Europa o in un altro continente? Sinceramente, non è una cosa a cui ho pensato perché 10 anni sono davvero tanti. Ovviamente, io mi sento europeo e, se dovessi decidere adesso, sceglierei di rimanere. Ma non posso certo escludere che parti della mia vita si pos- sano svolgere anche altrove. Dove le piacerebbe lavorare? In un ambiente dinamico e innovativo, dove si è sempre esposti alle novità e dove ci siano sempre compiti interes- santi da svolgere. Ha partecipato alle Olimpiadi della Matematica e del- la Fisica. Ha vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi dell’Informatica che le ha consentito di prendere par- te alle Balkan Olimpiadi dell’Informatica. L’esperienza delle Olimpiadi è a mio parere una delle più belle esperienze che si possano vivere negli anni di scuola superiore. Al di là della competizione, che è sempre vissu- ta in modo molto positivo, si ha la possibilità di incontrare persone molto in gamba da tutte le parti d’Italia. Ciò aiu- ta certamente ad allargare i propri orizzonti e a cambiare il proprio punto di vista. Quali interessi ha portato con sé a Londra e quali ha dovuto lasciare in Italia? Nel mio paese, Mesagne, suono il trombone nella banda giovanile e spero di poter continuare durante i periodi di vacanza. Per il resto, non ho interessi che non si possano soddisfare ovunque. Come si descriverebbe in tre parole? Questo è un tipo di domande a cui non so rispondere. Po- trei, forse, dire curioso, meticoloso e serio. Infatti, per quan- to possibile seguo l’attualità e cerco di formare un’opinione personale sugli avvenimenti e sulla politica. Inoltre, se faccio qualcosa che considero importante, mi piace farla bene, a prescindere dal tempo o dalla fatica che ciò può comportare. Giusy Spacone INGEGNERIA BIOMEDICA PER LO SVILUPPO DI NUOVE TECNOLOGIE È tra i vincitori del premio Alfieri del Lavoro, sorpre- sa o in qualche modo se lo aspettava? Sapevo di essere stata in- dicata dalla mia scuola per la partecipazione al Premio. Nonostante il mio curriculum scolastico fosse eccellente, sapevo che le possibilità di poter essere selezionata non erano poi così elevate: ogni anno circa 2.800 studenti ven- gono segnalati dalle rispettive scuole, il che sicuramente rende il processo di selezione competitivo. Nel momento in cui ho ricevuto la telefonata di mia ma- dre che mi avvisava di aver vinto il premio, mille emozioni si sono accavallate nella mia mente: l’iniziale sorpresa ha gradualmente lasciato spazio alla consapevolezza di aver raggiunto un traguardo così importante grazie a un impe- gno costante e duraturo. Lei studia Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano, quali ragioni l’hanno portata a scegliere questa facoltà? Credo che l’Ingegneria Biomedica svolga e, soprattutto, svolgerà nei prossimi anni un ruolo fondamentale per la vita di ogni individuo. Inoltre, racchiude in sé diversi settori d’indagine, garantendo la possibilità di spaziare dallo stu- dio della matematica e della fisica alle scienze biologiche, approdando fino all’ambito etico-filosofico. Come esseri umani, da sempre sfruttiamo i prodotti del- la scienza e della tecnologia per migliorare le nostre vite. Fino a che punto potremo continuare a spingerci al di là dei nostri limiti e, al contrario, quanto saremo in grado di

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