Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 55 FOCUS e cioè aprirsi all’Europa per confrontarsi sul ruolo che po- trà svolgere la cultura, come risposta e antidoto ai peri- coli di crisi che si intravedono all’orizzonte. Poter mostrare al mondo un centro urbano con una straordinaria origi- ne e storia millenaria, pur con tutti i caratteri e problemi ordinari di una media città dell’occidente, è stata ritenu- ta un’eccellente premessa per sperimentare ricette nuo- ve capaci di ricostruire “le antiche certezze che in Europa sembrano sgretolarsi”. Da un lato, l’intento è quello di rafforzare e dare concre- tezza al principio della cittadinanza culturale quale porta- tore dell’arricchimento spirituale della persona e, dall’altro, cogliere questa occasione per incrementare le relazioni in- ternazionali con l’ambizioso obiettivo di trasformare Mate- ra in una piattaforma aperta del sistema culturale dell’Eu- ropa meridionale. In particolare, una piattaforma fisica e progettuale per rafforzare la cooperazione dell’intero Mez- zogiorno d’Italia con l’Europa. Nel progetto di candidatu- ra una tale forte motivazione si declina anche in principi di carattere generale congruenti col modello di gestione europea a partire dalla trasparenza delle azioni pubbliche, l’apertura degli organi gestionali al giudizio dell’opinione pubblica nelle fasi di avanzamento del programma e an- che il rispetto dei tempi d’attuazione previsti. Geografie e Innovazione nel progetto Matera 2019 Open Future individua con precisione i contesti di rife- rimento ove calare operativamente i principi enunciati, con un preciso riferimento a due tipi di geografie: quel- la territoriale e quella relazionale. La geografia dei terri- tori colloca Matera in un ampio quadrante caratterizzato da convergenze e similitudini, ma anche da direttrici che travalicano i confini di una regione bifronte (Jonio e Tirre- no) e con centri di gravitazione simmetrici ma divergenti a Est verso la Puglia e a Ovest verso la Campania. Nella proposta della Fondazione Agnelli di molti anni fa per la formazione di macro regioni, la Basilicata, infatti, veniva spacchettata aggregando le due province alle rispettive più grandi regioni limitrofe di riferimento. Matera 2019 assume, al contrario, la Basilicata come ba- ricentro, coinvolgendo anche centri minori con eventi e progetti; rafforza le identità a partire da quella riscontra- bile anche in centri lucani meno conosciuti come Tursi, Tri- carico, Pietrapertosa, rafforza il naturale legame con l’Al- ta Murgia e il sistema che la ricongiunge ad Altamura e Gravina di Puglia. Dall’altro versante le direttrici di atten- zione mettono in valore due straordinari Parchi Nazionali quello del Pollino e quello del Cilento. La geografia delle relazioni individua un percorso per ri- congiungere, almeno idealmente, Matera al Sud e al re- sto del mondo. Pur nella sua evidente diversità storica e urbanistica, il legame con il Mezzogiorno resta dominan- te e postula la valorizzazione di uno stretto rapporto con le culture mediterranee. Al tempo stesso, la proiezione globale trova come princi- pale veicolo di relazione la presenza dei Lucani nel Mon- do, presidio di memorie irrobustite da un perdurante sen- so di appartenenza. Per mantenere vivo l’interesse della comunità locale e re- gionale e rendere possibile lo sviluppo di una città “prei- storica resa sostenibile”, le infrastrutture che vengono realizzate per Matera 2019 prevedono un approccio au- to-generativo volto ad accrescere il capitale di competen- ze esistenti nella città in un progetto di lungo termine. La cultura come portato del moderno pone al centro l’ap- proccio scientifico e l’impiego delle tecnologie, da rendere fruibili e accessibili a tutti, in un’“etica dell’apertura” che deve favorire l’integrazione fra generazioni, diversi livelli culturali, nel rispetto della parità di genere. In particola- re, si prevede di aiutare un processo di “resilienza inter- generazionale” indispensabile in una fase storica in cui le diseguaglianze viaggiano prevalentemente su questo piano. Infine, il programma definisce i limiti della comu- nicazione che prevede relazioni in un ampio territorio fi- sico, ma incentivi e contributi per “co-creare” uno spazio virtuale mettendo in rete contenuti, conoscenze e rela- zioni con altri progetti e associazioni. »

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