Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

86 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 INTERVISTE È presidente di Eurostampa, da lui fondata come piccola realtà cartotecnica e oggi leader nella ideazione e realizzazione di etichette di alta qualità per liquori, vino, cioccolato, alimenti e cosmesi. Con 6 stabilimenti nel mondo e una produzione di 60 milioni di etichette al giorno è presente in oltre 40 Paesi. 940 gli addetti. LA HOLDING DELLE ETICHETTE CON CUORE ARTIGIANALE Da piccola impresa di provincia a leader mondiale nel- la produzione di etichette per vini. Scusi la brutalità della domanda, ma come si fa? Io dico sempre ai miei collaboratori che per crescere ser- vono le tre U, vale a dire umiltà, umiltà e ancora umiltà. Solo in questo modo c’è la possibilità di imparare e riu- scire a mettersi al servizio del gruppo. La seconda carat- teristica per me indispensabile è la passione per il proprio lavoro, la vera forza che spinge le persone a cercare den- tro di sé gli stimoli giusti per migliorarsi continuamente. Infine, ritengo che le persone che fanno parte dell’azien- da debbano sempre sentirsi valorizzate e parte di un’uni- ca grande famiglia. Di solito sono gli altri a colonizzare il mercato italiano, “Eurostampa” invece ha di recente acquisito le stori- che “Pepper Printing” di Cincinnati e Gilmour&Dean di Glasgow, fornitore quest’ultima di marchi come J&B e Johnnie Walker, e una gemella di Bordeaux specializza- ta nella produzione di etichette per il mercato del Co- gnac e dello Champagne. Il bello della globalizzazione? Anche se a volte la globalizzazione può fare paura, io ri- tengo che questa sfida mondiale abbia alzato il tono del- la competizione. I nostri clienti sono in tutto il mondo, la concorrenza è micidiale, ma per noi è uno stimolo a mi- gliorare. Aprire nuovi stabilimenti all’estero è il miglior modo possibile per poter servire i nostri clienti su un pia- no globale essendo vicini ai loro siti di imbottigliamento. Allo stesso tempo abbiamo la possibilità di entrare e far- ci conoscere in nuovi mercati. Lei racconta che suo padre l’ha sempre aiutata. Ma è vero che lei gli ha firmato delle cambiali? Con mio padre ho sempre avuto un rapporto molto bel- lo, fin da piccolo lo seguivo e mi univo a lui nel suo la- voro. Abbiamo anche lavorato insieme per molti anni e quando è andato in pensione e ha preso la liquidazio- ne gli ho detto: “a te i soldi non servono, dalli a me: io li uso in azienda”. Grazie a lui ho acquistato la prima mac- china per la contabilità. Allo stesso modo abbiamo fat- Luciano Cillario Industria/Grafica - Cuneo

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