Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 UN 2019 IN CHIAROSCURO IL 2019 sarà un anno in chiaroscuro. Se il Fondo mo- netario e la Bce continuano a prevedere una crescita glo- bale ed europea non disprezzabile (3,7% l’Fmi, 1,8% la Bce per la zona euro) anche se più contenuta rispetto a qualche mese fa, è innegabile che cupi nuvoloni si ad- densano all’orizzonte. In primo luogo la guerra commer- ciale, che con l’arresto della figlia del fondatore di Huawei da parte del Canada su richiesta degli Usa per presunto spionaggio, sta pericolosamente intrecciando economia e giustizia e non resterà senza ritorsioni da parte cinese. La tregua decisa da Trump e Xi Jinping al G20 di Buenos Aires, in attesa di dirimere i diversi dossier commerciali, rischia di essere solo una breve parentesi senza risultati. Sempre in America c’è poi preoccupazione per il braccio di ferro che oppone da mesi il presidente Trump e la Fe- deral reserve, accusata di voler rialzare i tassi mettendo a rischio l’ormai lunga ripresa Usa: ma proprio queste po- lemiche gettano benzina sul fuoco e fanno temere che la “bolla” di Wall Street, sulle montagne russe da qualche settimana, stia per esplodere. In Polonia, la Cop24 sui cambiamenti climatici si è chiusa con scarsissimi risultati mentre i produttori e consumatori di combustibili fossili, a partire dal carbone, resistono alle politiche di riduzione delle emissioni, e si avvicina il “pun- to di non ritorno” oltre il quale, secondo gli esperti, la Ter- ra sarà condannata inevitabilmente al surriscaldamento. In Europa la Brexit è sempre più gravida di incognite, col governo di Theresa May che non sembra avere la mag- gioranza per far approvare a Westminster l’accordo stipu- lato con l’Unione europea, giudicato troppo blando dagli anti europeisti e col nodo del confine nord irlandese an- cora da sciogliere. C’è il rischio di una hard Brexit (cioè dell’uscita a fine marzo senza accordo) che precipitereb- be la Gran Bretagna e tutta l’Europa nel caos. La Germania ha avviato la delicata transizione al dopo- Merkel con la nomina alla presidenza della Cdu (e quindi alla candidatura per la Cancelleria nel 2021) di Annegret Kramp-Karrenbauer, mentre la crescita dell’economia te- desca sta subendo un’improvvisa frenata. In Francia la ri- volta dei gilet gialli, innescata dall’aumento delle tasse sul carburante a fini ecologici, è diventata un movimento di contestazione globale all’establishment e ha costretto il presidente Macron a revocare la tassa e a stanziare una decina di miliardi aggiuntivi per spese sociali che porte- ranno il deficit francese sopra il 3%. Paradossalmente, i guai di Macron e la transizione tedesca hanno agevolato la ricerca di un’intesa sulla nostra manovra economica per il 2019, dopo l’annuncio dell’avvio della procedura d’infra- zione da parte della Commissione europea per l’eccessivo deficit strutturale inizialmente previsto, che non garantiva il percorso di riduzione del debito. Il governo Conte in extremis ha ridotto il deficit dal 2,4 a un cosmetico 2,04, tagliando 4-5 miliardi di spese e rimo- dulando l’entrata in vigore di quota 100 per le pensioni e del reddito di cittadinanza. Tuttavia, la nostra finanza pubblica resta precaria e i proble- mi rischiano di ripresentarsi ingigantiti a fine 2019 quan- do si dovrà discutere la legge di bilancio per il 2020 con quota 100 e reddito di cittadinanza ormai pienamente in vigore. Il Pil è in frenata attorno all’1% quest’anno e sotto l’1% nel 2019 (qualche banca ha previsto addirittura un misero 0,6%), mentre i consumi languono, gli investimenti rallentano anche per la frenata dell’export e gli italiani scoraggiati e impauriti tengono bloccati e inattivi sui con- ti correnti buona parte dei loro patrimoni finanziari, circa 1.400-1.500 miliardi. Con la fine del quantitative easing della Bce sarà più dif- ficile per lo Stato collocare i titoli pubblici. La primavera sarà dunque complicata e le tensioni politiche non si attenueranno perchè in tutta Europa i partiti sono già in campagna elettorale per le europee del 26 mag- gio prossimo, che non sono mai state così importanti. • EDITORIALE 9

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