Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

99 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 INTERVISTE re un prodotto che ci rappresenta e che nei saperi e nel tanto lavoro che porta alla sua realizzazione ci parli della nostra casa, le Marche. In ogni nostra scelta imprendito- riale, dalla più piccola alla più grande, non dimentichiamo mai di essere marchigiani e di promuovere e sostenere, insieme a noi, anche il nostro territorio. Più della metà del personale dell’azienda è formato da extracomunitari. Sono presenti ben 52 nazionali- tà diverse. Una significativa testimonianza di integra- zione in un momento anche politico così complesso, non le pare? L’integrazione in Fileni è cominciata molti anni fa e si è concretamente realizzata molto prima che il tema dell’im- migrazione diventasse così centrale. I primi lavoratori stra- nieri venivano in Fileni per coprire lavori che gli italiani rifiutavano e li abbiamo accolti con piacere. La comunità multietnica dei lavoratori Fileni è nata così, anno dopo an- no, e il lavoro in azienda è stato per molti il primo passo verso una completa integrazione nel nostro territorio. Noi non abbiamo mai fatto differenze tra italiani e stranieri, in ogni ruolo aziendale, e per quello che possiamo creiamo le condizioni perché ci siano completa uguaglianza e op- portunità per tutti. Da qualche anno, ad esempio, tramite la Fondazione Marco Fileni assegniamo borse di studio agli studenti meritevoli, anche ai figli dei nostri dipendenti. • pre più diffuse, il prezzo non è più la prima discriminante nella scelta di chi fa gli acquisti. La filiera di produzione è un aspetto importante cui i consumatori si mostrano sempre più attenti. Siete or- ganizzati anche su questo fronte? La filiera è il nostro fiore all’occhiello. Siamo l’unica gran- de azienda del settore ad avere una filiera corta, concen- trata quasi esclusivamente nelle Marche e con ancora solo qualche allevamento nelle regioni confinanti. In par- ticolare, quella del biologico è ancora più corta e ne con- trolliamo direttamente tutti i passaggi, dalle produzioni agricole biologiche nelle campagne marchigiane fino al mangimificio, passando per lo stabilimento produttivo e un nuovissimo magazzino ad alta tecnologia che serve la distribuzione dei prodotti. Gli stabilimenti produttivi sono nella sua regione, le Marche. Quanto è importante il legame con il territorio? Teniamo la filiera corta proprio perché crediamo tantissi- mo nel legame con il nostro territorio. Non solo perché esso, per le sue caratteristiche paesaggistiche, agricole e ambientali, è in grado di dare una qualità superiore alla nostra produzione ma anche perché crediamo nelle nostre radici. In Italia ogni territorio ha la sua storia, le sue parti- colarità uniche, sia naturali che umane. A noi piace offri-

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