Civiltà del Lavoro, n. 1/2019
CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 17 zi. Oggi questo pericolo non esiste, ma la politica moneta- ria europea rimane molto espansiva, con tassi addirittura negativi. Se la crescita dovesse rallentare ulteriormente, si dovrebbe mettere in atto una risposta principalmente di bi- lancio pubblico. Ma ciò dipende dai margini di manovra di finanza pubblica che sono stati ricavati negli anni passati, quando l’economia cresceva. In molti paesi europei il disa- vanzo è vicino al pareggio e il debito è in discesa, creando spazio per una manovra espansiva. In Italia, purtroppo, gli anni di crescita non sono stati usati per contenere il disavanzo e il debito. Ora che arriva il ral- lentamento, lo spazio di manovra resta molto limitato. La favola della cicala e della formica rimane di grande attua- lità, anche se nel nostro Paese non sembriamo capaci di capirne la morale. Le elezioni europee non coinvolgono la Bce. Ma un Par- lamento europeo più “sovranista” che effetti potreb- be avere sulla politica monetaria della Banca centra- le europea, che a fine ottobre cambierà il presidente Draghi e l’esecutivo? Il presidente della Bce viene scelto dai capi di Stato e di Governo dei paesi dell’Eurozona, con un parere consultivo del Parlamento europeo. Le elezioni di maggio non dovrebbero incidere direttamente sulla nomina del presidente della Bce. Indirettamente, tut- tavia, quella nomina farà inevitabilmente parte di un “pac- chetto” che includerà anche il presidente del Parlamento europeo, il presidente della Commissione europea e quel- lo del Consiglio europeo. Ci sarà dunque un intreccio di ac- cordi, tra paesi e tra partiti, a livello europeo. Una crescita dei partiti populisti potrebbe rendere questo accordo più difficile, perché la maggioranza in parlamento potrebbe dover essere ampliata ad altri partiti, oltre a quel- lo popolare e socialista. Ma fin quando i partiti sovranisti non riusciranno a creare alleanze con altri, difficilmente po- tranno avere un’influenza decisiva sulle questioni europee. Quali evoluzioni si possono prevedere per l’euro e la Bce nei prossimi anni? L’euro fa parte di un progetto di integrazione economica e politica in atto da anni. Si tratta di un progetto in parte incompiuto, come si è vi- sto nella crisi. Il suo completamento richiede delle riforme dell’architettura istituzionale europea, in particolare dell’u- nione bancaria, di un mercato dei capitali europeo e di una maggiore integrazione fiscale. Sono progetti ambiziosi, ma difficili da realizzare perché richiedono la messa in comune di poteri nazionali, ai quali la politica dei vari paesi deve ri- nunciare, attraverso un processo democratico. Solo la consapevolezza che la sovranità esercitata a livel- lo nazionale tende a ridursi in un mondo sempre più inte- grato, nel quale la dimensione conta, potrà creare le con- dizioni per una maggiore aggregazione di forze, che renda l’unione monetaria più resiliente e in grado di svolgere un ruolo primario nell’economia mondiale. • (p.m.)
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