Civiltà del Lavoro, n. 1/2019
26 CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 e anche morale nella stessa Europa, dopo tutto questo, le istituzioni europee debbono ora intraprendere una nuova “fase costituente” che imprima un più forte sviluppo attra- verso politiche che favoriscano la crescita dei fattori pro- duttivi coniugati con sempre più avanzati livelli di innova- zione tecnologica, di processo industriale e di prodotto, il tutto sempre nel rispetto della centralità dei diritti e dei doveri della persona. In questo quadro occorre che le rinnovate istituzioni euro- pee, fra gli obiettivi prioritari, pongano anche la preparazio- ne di una vera e propria “Costituzione per l’Europa”, dopo che non è mai entrato in vigore (innanzitutto per l’ostilità referendaria francese) il Trattato Costituzionale che, oltre un decennio fa, prima ancora dello scoppio della grande cri- si economica, fu solennemente sottoscritto proprio a Ro- ma, in Campidoglio, dai capi di Stato e di Governo dell’U- nione europea. Ma l’Unione avrà anche altri fondamentali compiti: innanzi- tutto è chiamata ad affrontare molte questioni complesse, tra cui l’uscita del Regno Unito (la cosiddetta Brexit), men- tre nuove sfide all’interno e all’esterno dell’Ue continueran- no a mettere alla prova la sua stessa solidità, la solidarietà tra Stati membri per la costruzione europea. È, infatti, ne- cessaria una chiara definizione dei rapporti tra Ue e Regno Unito, a seguito della Brexit, in particolare in un’ipotesi di cosiddetta “Hard Brexit”. Con questo processo l’Ue perde comunque quella che finora è stata la principale piazza fi- nanziaria europea. Ad esito della Brexit, sarà inoltre necessario che sia assicu- rata un’appropriata supervisione da parte dell’Esma (l’Au- torità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ndr) sulle piattaforme di negoziazione di paesi terzi, al fine di assicurare un approccio coerente a livello di mercato inter- no, evitando la possibilità di arbitraggi regolamentari do- vuti all’esistenza di regimi nazionali. In tale contesto, con il settore bancario che rimarrà verosi- IL 2019 sarà decisivo per un “cambio di passo” dell’U- nione europea: infatti, a fine maggio vi sarà il rinnovo in- tegrale, con elezione diretta, del Parlamento europeo e da lì a poco i singoli Stati membri dovranno designare rispet- tivamente i componenti della nuova Commissione euro- pea, cioè dell’organismo che costituisce sostanzialmente il “governo europeo”. Quindi, quest’anno è decisivo per la revisione critica, costruttiva e propulsiva del funzionamen- to delle istituzioni comunitarie, per correggerne limiti e anche contraddizioni, dove sussistano, e per rilanciare un nuovo europeismo che veda meno burocrazia e più parte- cipazione dei nuovi eletti del Parlamento e della Commis- sione nelle scelte innanzitutto per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. Infatti, dopo un periodo poliennale di prevalenti attenzio- ni europee a come fronteggiare la crisi finanziaria venu- ta da oltreoceano e poi divenuta crisi economica, sociale UE , SÌ A UNA NUOVA “FASE COSTITUENTE” Nel settore bancario sono fondamentali normative che assicurino parità di condizioni di Antonio Patuelli, presidente Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli
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