Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

INCHIESTA CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 40 container, solo tre porti sono italiani: Gioia Tauro, Geno- va e La Spezia, che risultano rispettivamente all’8°, 11° e 14° posto”. In cima alla classifica si trova il porto di Rot- terdam, vera porta d’accesso all’Europa. Nonostante i giorni di navigazione in più che comporta, le navi portacontainer provenienti da Oriente lo preferi- scono spesso ai porti italiani perché questi ultimi non of- frono retroporti e dotazione infrastrutturale adeguati a ot- timizzare i tempi del viaggio. Negli ultimi dieci anni i tre scali italiani hanno comunque registrato una crescita del volume di movimentazione, con risultati più performan- ti per gli scali di Genova e La Spezia (+7,7% e +5,2% in media ogni anno). Per quanto riguarda, infine, gli aeroporti, l’Italia vede pre- valere infrastrutture di medie dimensioni con un traffico passeggeri di circa cinque milioni di unità; e anche il pri- mo aeroporto italiano, ovvero Roma Fiumicino, nonostante i 41 milioni di passeggeri transitati nel 2016 risulta molto lontano dai numeri di Londra Heathrow (oltre 75 milioni di passeggeri). Nell’ambito del trasporto merci è da se- gnalare la crescita di Milano Malpensa, che in cinque an- ni ha incrementato la propria quota del 21,8%, arrivando a movimentare 548mila tonnellate di merci. Fonte: Elaborazione Ance su dati Eurostat CHILOMETRI DI RETE FERROVIARIA PER 1.000 KMQ DI SUPERFICIE TERRITORIALE - ANNO 2016 Belgio Germania Lussemburgo Olanda Austria Regno Unito Danimarca Italia Francia Spagna Portogallo Irlanda Svezia Finlandia 118 108 106 74 65 65 60 55 45 31 28 27 27 18 Gli investimenti rappresentano senza dubbio lo strumento per migliorare il patrimonio infrastrutturale attuale e negli ultimi anni qualcosa sembra essersi mosso. L’Ance ha infatti quantificato in oltre 140 miliardi di euro le risorse destinate alle opere pubbliche su tutto il territo- rio nazionale e distribuite nei prossimi 15 anni. Una chan- ce importante per il Paese, che non va sprecata a causa della “generalizzata difficoltà a trasformare le risorse di- sponibili in cantieri”, si legge nel documento. Piccole e grandi opere scontano purtroppo tempi di re- alizzazione troppo lunghi: si parla di tre anni per gli ap- palti inferiori ai 100mila euro fino agli oltre 15 anni per le opere superiori a 100 milioni di euro. Ciò è dovuto ad alcuni fattori, quali le complesse procedure amministrati- ve, le carenze progettuali e l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, che “con la ridefinizione delle regole di funzionamento del mercato delle opere pubbliche, ha determinato un vero e proprio ‘shock da innovazione’”. • L’ANCE HA QUANTIFICATO IN OLTRE 140 MILIARDI DI EURO LE RISORSE DESTINATE ALLE OPERE PUBBLICHE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE. PICCOLE E GRANDI OPERE SCONTANO PERÒ TEMPI DI REALIZZAZIONE TROPPO LUNGHI, FINO A 15 ANNI PER GLI APPALTI SUPERIORI A 100 MILIONI DI EURO

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