Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

INCHIESTA CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 47 Marco Borini è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1991. Ha legato il suo nome alla Borini Costruzioni, storica azienda che dal 1860 ha realizzato opere nei più diversi settori, dai ponti ai viadotti, dighe, gallerie, impianti idroelettrici e termoelettrici, costruzioni civili e industriali. È stato presidente del Gruppo Piemontese dei Cavalieri del Lavoro L’Italia non ancora esisteva quando cominciò ad affiora- re l’idea di realizzare un tunnel ferroviario per collegar- la alla Francia. A metterla per iscritto fu per primo un imprenditore di Lione ma originario di Bardonecchia, Giuseppe Francesco Medail, che nel 1840 presentò un memorandum al re Car- lo Alberto nel quale presentava il progetto di un traforo sotto il Colle del Fréjus. I tempi tuttavia non erano ancora maturi. Fu Vittorio Emanuele II due decenni dopo, nel 1857, a prendere l’iniziativa. Forte di un accordo per un finanzia- mento congiunto con i francesi ordinò l’inizio dei lavori del Traforo del Frejus. La cessione della Savoia alla Francia da parte del Regno di Sardegna nel marzo del 1860 mise tuttavia in forse il proseguimento dell’opera. E qui intervenne Cavour, che non solo trovò il modo di evi- tare intoppi politici, ma fece fare al neonato Regno d’I- talia un grande affare. Prima di sedersi al tavolo con i francesi, Cavour si fece rassicurare dal grande ingegnere Pietro Paleocapa, responsa- bile del progetto, sull’efficacia della perforatrice automatica ad aria compressa, inventata di recente da Germain Som- meiller. A quel punto i francesi accettarono che i lavori venissero condotti dagli italiani e si impegnarono a versare 19 milioni di lire come propria quota di partecipazione, a condizione che il tunnel fosse concluso entro venticinque anni. Cavour acconsentì e rilanciò: ottenne dai francesi un premio per ogni anno di anticipo. Risultato? Il tunnel fu ultimato in soli nove anni dall’accordo con un anticipo di ben sedici anni. La somma finale ver- sata dai francesi fu di 26,1 milioni di lire per un costo complessivo il costo dell’opera di 70 milioni di lire. E Cavour disse Sì alla Tav collegarsi al Corridoio Mediterraneo della rete ferroviaria transeuropea utilizzando i nostri scali portuali, in partico- lare quello di Genova, per raggiungere i corridoi di dire- zione Nord n. 1, 5 e 6. Questi tragitti costituirebbero un percorso fondamentale di grande interesse per il nostro Paese e garantirebbero im- portanti investimenti, maggiore sviluppo della produzio- ne manifatturiera, aumento del turismo e del commercio. Tutto ciò è però raggiungibile a una condizione: realizza- re l’asse ferroviario Torino-Lione, comprendente il tunnel di base del Moncenisio. Ci riusciremo? La risposta è “sì”. E non si tratta di un augurio ma di un imperativo cate- gorico. •

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