Civiltà del Lavoro, n. 1/2019
INCHIESTA CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 54 LA RIVOLUZIONE DEL “DIGITAL TWIN” di Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato RINA Nello sviluppo di un’infrastruttura le vecchie competenze ingegneristiche non servono più SIA LA PROGETTAZIONE , realizzazione e mes- sa in esercizio di nuove infrastrutture, sia la manutenzione e il controllo delle infrastrutture già in esercizio devono avere come obiettivo prioritario il più alto possibile livel- lo di sicurezza e affidabilità dell’opera. L’approccio corretto per raggiungere tale obiettivo deve essere di tipo collaborativo, incentrato quindi su una ba- se dati comune, che sia di supporto perché tutti i soggetti coinvolti possano operare scelte il più possibile informate e coerenti con i propri obiettivi e con gli obiettivi comuni. Il processo di progettazione, costruzione o di manutenzio- ne di una infrastruttura coinvolge un altissimo numero di soggetti (ente pubblico committente, progettista, gestore, costruttore, manutentore e utente privato) con obiettivi co- muni di scurezza, efficienza e salvaguardia dell’ambiente, affiancati da obiettivi specifici legati al ruolo (quindi con- tenimento della spesa nel caso delle pubbliche ammini- strazioni committenti dell’opera, necessità di profitto per le aziende che si occupano di progettazione, costruzione e manutenzione, interesse a mantenere la business con- tinuity dell’infrastruttura per gli enti preposti alla gestio- ne con concessione e così via). Fattore abilitante per la messa in campo di questo nuovo modello di sviluppo delle infrastrutture può essere la di- gitalizzazione. Le nuove tecnologie basate sulla raccolta di grandi quantità di dati, sulla loro elaborazione in tempo reale attraverso strumenti di Intelligenza artificiale (Ia) e sulla loro fruizione attraverso interfacce immediate, agili e personalizzabili, costituiscono un fattore di disruption in un settore fortemente basato sulle competenze ingegne- ristiche di tipo “tradizionale” (la geotecnica, l’ingegneria civile, l’ingegneria dei materiali). Il nuovo modello di gestione e management collaborati- vo per un innovativo sviluppo delle infrastrutture si basa su un modello che gli anglosassoni chiamano di Integra- ted project delivery (Ipd), integrato sia su tutto il ciclo di vita dell’asse, sia concepito in modo da evitare conflitti di interesse e diversioni delle responsabilità basando la pro- pria efficacia sulla univocità del dato. In passato il processo di sviluppo di un’infrastruttura era fondamentalmente sequenziale: aveva inizio con lo spon- sor del progetto (sia pubblico sia privato) che richiedeva una soluzione al progettista. Tale soluzione era quindi for- nita al costruttore (o al manutentore in caso di infrastrut- ture già in esercizio), che la applicava consegnando poi l’asset al gestore per la messa in esercizio. Il nuovo approccio innova completamente il modello di sviluppo, basandosi sull’intervento di un management di progetto capace di conciliare le esigenze di tutti gli sta- keholder durante tutta la vita del progetto. Questo metodo trova la sua espressione tecnica nelle moderne piattaforme applicative e in particolare nel Bim (Building information Ugo Salerno
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