Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

FORUM che la leadership, pubblica e privata, non ha captato la valenza strategica delle nuove tecnologie. La forbice con gli altri paesi, infatti, ha iniziato ad aprirsi da quando è en- trata in campo Internet, intorno all’anno 2000. Prima l’I- talia investiva come gli altri paesi. È come se gli impren- ditori, coloro che erano al governo, coloro che dovevano stabilire le politiche industriali del Paese, non avessero capito che, questa volta, dietro l’innovazione tecnologica non c’era semplicemente un nuovo modello di compu- ter o una banda più larga di telecomunicazione, ma un nuovo modo di gestire l’impresa, di fare Pubblica ammi- nistrazione, di produrre e diffondere la conoscenza. Una trasformazione con implicazioni così vaste non poteva che essere guidata dall’alto. Negli anni dell’avvento di Internet la leadership ha man- cato nel suo compito fondamentale di aiutare la socie- tà italiana ad alzare lo sguardo per superare la falsa con- trapposizione di interesse fra settori, lavori, competenze, tradizionali e digitali che si andava creando con l’avanza- re dei processi di trasformazione. E far sì che l’innovazio- ne fosse colta come un’opportunità e non una minaccia, per diventare l’elemento sistemico, condiviso e propulsi- vo in tutte le articolazioni dell’economia e della società. Ora a che punto siamo? Negli ultimi due anni qualcosa è cambiato, alcuni ingra- naggi di questo “meccanismo inceppato” si sono rimes- si in funzione. Proprio grazie alla discesa in campo della leadership, pubblica e privata, si è aperta una fase di di- scontinuità nei trend dell’innovazione. Diversi i protagoni- sti della nuova stagione: la ripresa degli investimenti in Ict che ha fatto registrare una crescita del 2,3% (2017/2016), trend in salita che si conferma anche per il 2018; una for- te accelerazione sull’infrastrutturazione del territorio con reti a banda ultra larga fisse e mobili, che sta consenten- do di centrare gli obiettivi di copertura posti a livello Ue; l’avvio delle sperimentazioni lanciate dal Governo e da- gli operatori privati sulla tecnologia mobile 5G in sette grandi città, che pone l’Italia fra i paesi pionieri su questa tecnologia, come riconosciuto dalla stessa Ue; il rilancio delle piattaforme digitali della Pubblica amministrazione tramite il Piano triennale per l’informatica pubblica. Infi- ne, l’avvio del piano Industria 4.0 con cui è stato compiuto un passaggio decisivo per la trasformazione digitale della nostra industria manifatturiera. Se nel prossimo periodo questi trend verranno conferma- ti o meglio rafforzati, l’Italia, seconda industria manifattu- riera in Europa dopo la Germania e al settimo posto nel mondo tra i paesi più robotizzati, può giocarsi molte carte per recuperare il ritardo e consolidare i processi di crescita. In questa direzione la trasformazione digitale può di- ventare lo strumento strategico per consentire al nostro Paese di far evolvere quegli assetti strutturali obsoleti, che oggi giocano a sfavore della sua modernizzazione. » IL DIH E L'ECOSISTEMA DELL'INNOVAZIONE PER LE PMI Fonte: Confindustria digitale Centri di ricerca pubblici e privati Grandi aziende leader di filiera Centri di competenza Università Cluster Incubatori Investitori Governo e istituzioni pubbliche Parchi scientifici e tecnologici DIH PMI Mission • Attivare l'ecosistema territoriale dell'innovazione • Awareness Industria 4.0 • Digital assessment • Supporto nella definizione di strategie aziendali 4.0 • Sostegno agevolazioni e programmazione finanziaria • Scambio best practice CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 59

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