Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

60 FORUM Fra questi rientrano le peculiarità del nostro tessuto pro- duttivo, altamente polverizzato. A differenza di altri paesi, infatti, ci dobbiamo confrontare con la scarsità di grandi imprese che, invece, hanno un ruolo fondamentale nel- la trasformazione dell’industria, mentre abbiamo una lar- ga prevalenza di piccole imprese le cui caratteristiche di- mensionali non facilitano lo sviluppo di quelle capacità e visioni necessarie per cavalcare in proprio l’innovazione. Abbiamo un’enorme macchina pubblica che funziona se- condo silos verticali, con procedure parcellizzate, che fa estrema fatica a ridisegnare i processi secondo quei mo- delli trasversali e collaborativi necessari per sfruttare al meglio le tecnologie di rete. Infine, ma non meno im- portante, disponiamo di un sistema dell’istruzione poco votato a formare i giovani sui temi tecnici e tecnologici e che sulle nuove tecnologie presenta un gap formativo non solo quantitativo, ma anche qualitativo. La via italiana a Industria 4.0 Con il piano Industria 4.0, nato grazie a una stretta colla- borazione fra Governo e Confindustria, per la prima volta il Paese si è dotato di una politica industriale basata sull’inno- vazione, specifica per il suo particolare tessuto industriale. Il piano, infatti, ha un approccio che valorizza le filiere, coinvolgendo tutti i protagonisti della catena, spingendoli alla ricerca di nuove sinergie. È un’opportunità strategica per ridisegnare i processi economici, gli ecosistemi ter- ritoriali, su livelli più elevati di produttività, di efficienza, di tassi di crescita. I risultati nel biennio 2017-2018 con le agevolazioni vi- genti di Industria 4.0 sono incoraggianti: • gli investimenti in beni Industria 4.0 (IoT, sensoristica, macchinari connessi, robotica avanzata, software per le macchine industriali) sono aumentati del 60% su- perando i 3 miliardi di euro (dati Politecnico di Milano) • le imprese manifatturiere che hanno già avviato la tra- sformazione digitale sono circa il 16%. Su un totale di 400mila (dati Istat) • certo siamo agli inizi, ma la strada è aperta. Ora bisogna allargare la platea delle imprese e aiutarle a integrare le macchine con i processi aziendali vecchi e nuovi, la sensoristica, i software, la rete. A trovare una sintesi fra la tradizione, i saperi del made in Italy e l’innovazione digitale. A far maturare progetti di intelligenza artificia- le, blockchain, cybersecurity. Di open innovation su cui basare i nuovi modelli di filiera per trasformare la pic- cola dimensione in vantaggio competitivo. Far diventare grandi le oltre 400mila Pmi manifatturiere è un obiettivo irrealistico. Farle crescere in competitività è alla nostra portata, inserendole in filiere evolute che con- sentano anche a loro di accedere a fattori di crescita al- trimenti difficilmente raggiungibili: nuove sinergie, nuovi mercati, nuove risorse finanziarie e tecnologiche. È que- sto l’obiettivo della rete dei Digital innovation hub di Con- findustria, che vede ormai operare 23 nuovi soggetti nel- le diverse regioni italiane, in stretto collegamento con gli attori dell’ecosistema territoriale. Lo scopo è superare le modalità tradizionali di trasferimento tecnologico, ormai del tutto inadeguate, attraverso un modello collaborati- vo e trasversale, che impegna in prima linea il sistema delle imprese, le amministrazioni locali, i poli di ricerca. Startup, lontani dall'Europa Industria 4.0 ha tra i suoi protagonisti anche le startup. In Italia, il numero delle startup innovative oggi sfiora quo- ta 9mila, mentre gli investimenti a fine 2018 supereran- no i 600 milioni di euro, con un incremento quasi dop- pio rispetto all’anno scorso. È un ottimo segnale, anche se siamo ancora lontani dai numeri di altri paesi europei, come Francia e Spagna, per non parlare della Germania o dell’Inghilterra, paese in cui, per esempio, gli investi- menti di venture capital superano i due miliardi e mez- zo di euro l’anno. Le nostre neo imprese innovative fanno ancora troppa fatica a trovare una exit, a individuare una prospettiva di sviluppo. Tuttavia è chiaro che Industria 4.0 rappresenta un terreno di incontro fra startup e Pmi, in cui sviluppare il travaso di innovazione tramite acquisizioni o anche attraverso progetti di open innovation. Secondo il Politecnico di Milano, l’Italia ospita circa il 30% delle startup europee legate a soluzioni Industria 4.0, che vanno dal cloud e analytics, Internet delle cose, automa- zione avanzata e manifattura additiva. Per queste im- prese innovative viene stimata una crescita di almeno il 15% nel 2018. CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019

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