Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 62 FORUM aperta, di open innovation. Per far questo deve penetra- re nella Pubblica amministrazione una visione che si co- struisce soprattutto con le competenze del management. Troppi dirigenti pubblici hanno paura oggi di investire in innovazione perché non conoscono le tecnologie, perché non hanno le capacità per gestire il cambiamento dei pro- cessi e perché non hanno il coraggio di andare oltre i li- miti dei procedimenti burocratici. L’attuale ministro della Funzione pubblica ha espresso l’in- tenzione di rafforzare i piani di digitalizzazione, attraverso l’azione di Agid e del Team per la trasformazione digitale. Allo stesso tempo ha annunciato l’avvio di un modello di accompagnamento delle pubbliche amministrazioni, che prevede fra l’altro l’apertura di un percorso di condivisio- Il fattore cruciale delle competenze Non c’è trasformazione digitale senza competenze ade- guate. Nel quadriennio 2018-2022 si stima un fabbisogno di oltre 2,5 milioni di lavoratori, tra nuovi posti e replace- ment, e una percentuale stimata tra il 33 e il 50% avrà bisogno di competenze digitali (dati Unioncamere e Mise). Parliamo di un “esercito” di almeno 800mila di nuovi la- voratori che dovranno avere competenze molto avanza- te e che attualmente né l’Università, né le scuole supe- riori forniscono. Il gap formativo non è solo quantitativo, ma anche quali- tativo. Dalle università escono solo 7.500 laureati Ict l’an- no (4.700 sono di informatica e ingegneria informatica vera e propria) e il tasso di abbandono è altissimo, circa C’È UN “ESERCITO” DI ALMENO 800MILA NUOVI LAVORATORI CHE DOVRANNO AVERE COMPETENZE MOLTO AVANZATE E CHE NÉ L’UNIVERSITÀ, NÉ LE SCUOLE SUPERIORI FORNISCONO ne con le Regioni, la nomina di responsabili della tran- sizione digitale che faranno da cinghia di trasmissione dell’Agid sui territori e nei servizi degli enti, la creazione di una conferenza permanente di questi manager presie- duta dal ministro. Nei programmi anche la formazione dei dipendenti pub- blici e nuove assunzioni di persone con competenze ade- guate attraverso il turn over al 100%. Ci auguriamo di ve- dere presto dei risultati su questo terreno. il 60% degli immatricolati. Dal punto di vista qualitativo, nei corsi di studio universitari Ict manca ancora un per- corso di laurea specifico sul cloud, mentre ne esistono sei sui Big data e quattro sulla cybersecurity per esempio. Ancora troppo pochi comunque, specie considerando che i corsi di studio Ict sono solo il 6% del totale. Se poi andiamo a considerare gli skill digitali nei corsi di studi universitari generali la situazione è ancora peggio- re. Nessun insegnamento informatico nel 70% dei corsi

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