Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 73 FORUM gitale, per favorirne la diffusione, eliminare la diffidenza, modificare convinzioni errate come quella che il digitale porta via posti di lavoro, e farne apprezzare le potenzialità. Penso ad esempio alla realtà aumentata, che, indossando un apposito visore, consente di replicare attraverso im- magini e video che appaiono come reali quanto fatto dal miglior operaio o impiegato che abbiamo. Airbus, per esempio, utilizza questa tecnologia per co- struire la cabina di pilotaggio, con il nuovo operaio che replica tutto ciò che fa quello con maggior esperienza. E questo aumenta la produttività di Airbus del 500% e con zero errori. Qualche tempo fa ho partecipato ad una convention del- la società Replay a Milano, con altre cinquemila persone, dove ho avuto la possibilità di sperimentare questa tecno- logia. Mi hanno messo di fronte al carburatore di un au- totreno che doveva essere smontato e rimontato. Io non sono un meccanico, ma grazie alla realtà aumentata ho smontato il carburatore come mi veniva detto, l’ho pulito e l’ho rimontato, il tutto in appena tredici minuti. Le nuove tecnologie e il digitale, quindi, facilitano di mol- to la rapidità di apprendimento del nuovo operaio, che magari non aveva mai svolto certi compiti. Bisogna quin- di riuscire a convincere il capo dell’impresa che è lui che deve occuparsi di innovare la sua azienda e che con spe- se contenute può iniziare il processo di digitalizzazione. Ritengo che ci sia anche un altro aspetto che vada ap- profondito, ovvero distinguere tra coloro che dicono di aver adottato il digitale e coloro che valutano realmente in quali ambiti applicarlo. È molto diffuso, infatti, l’autoin- ganno che deriva dal fatto di non applicare realmente la digitalizzazione, anche se si dice di farlo. Uno degli elementi che rallenta la crescita dell’Italia è la produttività. A mio avviso occorre veramente che l’impresa cambi, cambi la produzione, cambi il modo di consegnare, il just in time, come dicono gli americani. Provate a immagina- re un’impresa che ha in carico digitale tutta la sua pro- duzione e che è in grado di sapere in tempo reale dov’è ogni pezzo che produce e per quale cliente lo ha prodot- to. Quell’impresa, quando per esempio spedisce in Cina o negli Stati Uniti, sa esattamente su quale mezzo di tra- sporto ha inviato il proprio pezzo e a che punto si trova, ne conosce la data di arrivo o di consegna, se ci sono dei ritardi e così via. Quell’impresa può offrire al compratore il servizio aggiuntivo di sapere esattamente dov’è il prodot- to che ha comprato e questo è un plus rispetto a un’im- presa che non offre questo servizio. Dal punto di vista del compratore è un fattore molto importante perché può sa- pere in tempo reale e in qualsiasi momento esattamente a che punto è la produzione o la spedizione della merce che ha acquistato e quindi può a sua volta organizzare e ottimizzare al meglio le proprie attività per le quali ha bi- sogno di quelle merci. Da chi pensate che comprerà una ditta che ha necessità di organizzare la propria produzione, regolandosi in base alla data di arrivo della merce necessaria? Il compratore compra da chi gli dice tutto. Faccio un parallelo storico. Chi alla fine dell’800 non ha adottato l’elettricità o la catena di montaggio o il vapore, esiste ancora? Questo significa che l’impresa che è capa- ce di investire è quella che ha futuro. La sfida del digitale non riguarda solo le singole impre- se, ma l’intero Paese. Bisogna smettere di dire che è un processo complesso e che ci vogliono figure specialistiche per cambiare. In questo modo tutti restano fermi se non hanno la possibilità di assumere queste figure. È giustis- simo investire in personale formato e con grande profes- sionalità, ma è l’atteggiamento collettivo che conta. A mio avviso non conviene dare una sensazione di complessità, di mancanza, di carenza. È importante anche affrontare il tema degli investimen- ti dal punto di vista fiscale. Le società fanno ormai i bud- get su un arco temporale di tre anni e prevedono gli in- vestimenti da effettuare in questo arco di tempo con la normativa in vigore, considerando ad esempio che l’ipe- rammortamento previsto dalla normativa fiscale ci sarà per il solo 2019. Bisogna quindi dare certezza affinché le norme rimangano in vigore almeno per un certo perio- do. Quindi è necessario non modificarle, perché i clienti si domandano come procedere se i loro piani si basano su un programma finanziario che prevede il risparmio » LA SFIDA RIGUARDA L'INTERO PAESE. BISOGNA SMETTERE DI DIRE CHE È UN PROCESSO COMPLESSO E CHE CI VOGLIONO FIGURE SPECIALISTICHE PER CAMBIARE. IN QUESTO MODO TUTTI RESTANO FERMI

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