Civiltà del Lavoro, n. 1/2019

84 INTERVENTO CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2019 di costruire una barriera al confine con la Germania, giu- stificandola, in maniera ridicola, con la necessità di tene- re fuori i “cinghiali” tedeschi e non si tratta di un gover- no “populista”. L’Austria proclama la chiusura del confine del Brennero con l’Italia in moto sussultorio e la Francia ha chiuso da anni quello di Ventimiglia con l’Italia; senza parlare del filo spi- nato tra l’Ungheria e i paesi confinanti. In queste circostanze il per- corso dell’integrazione eu- ropea è forse terminato. La sola vera domanda riguar- da la velocità della disinte- grazione. Il Trattato di Aquisgrana, do- po la Brexit, segna la fine ufficiale dell’integrazione europea, in quanto mira a formare un blocco politico che detti legge nell’Ue, che costruisca una forza milita- re “europea” al di fuori della Nato e imposti le due eco- nomie secondo un approc- cio malthusiano. Ovviamente tutto ciò è visto con ostili- tà dagli altri partner dell’Ue e dalle forze di opposizione nelle stesse Francia e Germania. Per non dire che Konrad Adenauer e Charles de Gaulle, fir- matari del “trattato dell’Eliseo del 1963” al quale si sono riferiti Macron e Merkel, si stanno rivoltando nella tomba. Allora, a 18 anni dalla fine della Seconda guerra mondia- le almeno tre generazioni avevano un ricordo diretto e in- diretto dei tre conflitti mondiali combattuti dai due paesi, fra il 1870 e il 1945, quindi era necessaria una riconcilia- zione solenne. LA DISINTEGRAZIONE dell’Ue non è iniziata il 22 gennaio scorso quando il presidente francese Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno firmato ad Aquisgrana un trattato di amicizia tra i due paesi che può essere giustamente descritto come l’inizio della creazione di uno “Stato unico”. La disintegrazione dell’Ue ha avuto inizio quando, duran- te la crisi migratoria del 2015, la cancelliera tedesca agì in maniera unilaterale senza consultare gli altri; e lo fece impegnando fondi dell’in- tera Ue. Secondo lo stori- co scozzese Niall Ferguson, che si divide tra Stanford e Harward, fu un atto di av- ventatezza sconcertante, con conseguenze profonde per la Germania e l’Unione eu- ropea: rese inconcepibile un accordo razionale di condivi- sione degli oneri. I “giovani nazionalisti” d’Ungheria, Po- lonia, Austria e adesso anche Italia non firmeranno nessun accordo di questo tipo. Oggi non ci sono soluzioni semplici alla crisi migratoria. Il potenziale dei flussi migratori di massa dall’Africa, Me- dio Oriente e Asia del Sud è vasto e non abbiamo visto an- cora niente. Si tratta di un movimento migratorio di deci- ne di milioni di persone e le istituzioni europee non sono in grado di affrontarlo. Le istituzioni europee sono state disegnate per circostan- ze completamente diverse, la difesa dei confini non era la priorità. L’idea di una condivisione del peso dell’accoglien- za non è mai stata plausibile. Il Governo danese ha deciso IL TRATTATO DI AQUISGRANA E LA DISINTEGRAZIONE DELL’UE L’accordo tra Francia e Germania è stato un atto avventato. Ma non durerà di Rosario Alessandrello, presidente della Camera di Commercio Italo-Russa e della Camera di Commercio Italo-Iraniana Rosario Alessandrello

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