Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

16 Civiltà del Lavoro maggio 2019 PRIMO PIANO Bianchi a proposito di Sud pronuncia senza termini la parola “recessione”. Oggi il Mezzogiorno resta, infatti, dieci punti indietro ri- spetto al 2008, complice una politica industriale sempre più evanescente e una leva pubblica inconsistente. La spesa in investimenti per opere pubbliche, per esempio, è calata molto più al Sud dal 2000 a oggi; la spesa in conto capita- le della Pubblica amministrazione è passata dai 15,2 miliardi del 2015 ai 10,6 del 2017, mentre nel 2000 era di 22,2 miliar- di. A ciò si aggiunga una (in)capacità attuativa in certi casi parossistica. Basta un solo dato per restituire la gravità del- la situazione: per opere superiori ai cento milioni il tempo medio di realizzazione è di 15 anni. “Le opere le completia- mo quando non servono più”, chiosa Bianchi. Se il settore pubblico è stato assente, quello privato ha inve- ce dimostrato una certa vivacità. Negli ultimi anni è rimasto attivo un tessuto di imprese industriali che hanno utilizza- to gli strumenti di incentivazione: legge Sabatini, credito di imposta Sud, Industria 4.0 e contratti di sviluppo. Tra marzo 2017 e gennaio 2018 sono state presentate 14mila istanze per il credito d’imposta Sud per quattro miliardi cir- ca di investimenti e 1,5 miliardi di sostegni. Nel Mezzogiorno in totale nel 2017 gli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto, sono cresciuti del 7% rispetto all’anno precedente. “Un sistema produttivo che si risveglia anche al Sud – avverte tuttavia l’economista – se non si aziona la leva degli investimenti pubblici, in infrastrutture materiali e anche immateriali e della ricerca, non è in grado di creare alcuna contaminazione virtuosa”. ACCUMULAZIONE DELLA CONOSCENZA O MORTE Nella fase avanzata dell’economia della conoscenza per com- petere serve una formazione di alto livello e anche in que- sto caso il ruolo dello Stato era e rimane centrale. “La chiave principale per competere è il rafforzamento dei processi di accumulazione della conoscenza – afferma Bian- Luca Bianchi REGIONI ITALIANE PIÙ ORIENTATE ALL’EXPORT Calabria Puglia Sardegna Valle d’Aosta Umbria Liguria Trentino - Alto Adige Abruzzo Marche Toscana Lombardia Piemonte Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Veneto Basilicata Campania Molise Sicilia Lazio 0 -0,5 0,0 0,5 1,0 Spese delle imprese pubbliche e private per ricerca e sviluppo (in % del Pil) 2014 1,5 2,0 2,5 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Propensione a esportare e spesa in R&S delle imprese Propensione a esportare (rapporto percentuale tra esportazioni di beni, servizi e Pil) 2016

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=