Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

22 Civiltà del Lavoro maggio 2019 PRIMO PIANO PIETRO DI LEO Così abbiamo accompagnato Matera alla vittoria Fornai dal 1663, nel corso di undi- ci generazioni la famiglia Di Leo ha vissuto almeno quattro rivoluzioni industriali. “Ma quella più impor- tante è quella di cui ora abbiamo bisogno, una rivoluzione culturale”, spiega il Cavaliere del Lavoro Pie- tro Di Leo nel presentare le logi- che che hanno ispirato l’azione di marketing territoriale in questi ultimi anni, quelli del lancio della candidatura e poi della designazione di Matera Capi- tale europea della cultura. “La competitività delle nostre imprese – afferma Di Leo – è strettamente legata alla competitività del proprio territorio. Un territorio forte avrà imprese forti. Gli investimenti infra- strutturali sono necessari e noi qui al Sud lo sappiamo fin troppo bene, ma serve anche avere una visione culturale”. Di Leo ripercorre le tappe che hanno intrecciato dal 2014 in un virtuoso rapporto tra privato e pubblico l’azienda e la Fondazione Matera 2019, dalle campagne pubblicitarie “Oc- casione colta” e “Cotti per Matera” sui principali quotidiani nazionali all’evento “Concertiamoci per Matera” con i sinda- ci dell’Alta Murgia, dalla realizzazione in piazza San Pietro del biscotto più lungo d’Europa al lancio dei Caveosi, i biscotti dedicati a Matera realizzati con materie prime del territo- rio lucano. E poi le tante iniziative svolte nelle scuole con i progetti “Porta la scuola nel 2019” e “Racconta il buono di Matera” per divulgare a oltre mille studenti delle scuole lu- cane i valori della candidatura della città. “Sono state premiate molte scuole, ma – osserva Di Leo – non hanno ancora le lavagne multimediali. Questo problema infrastrutturale deve essere assolutamente risolto. In picco- la parte noi abbiamo contribuito a questo grande percorso. Il marketing responsabile racchiude, in poche parole, l’esi- genza imprenditoriale unita all’esigenza del territorio”. ANGELA D’ONGHIA Se si migliora la scuola si migliora il Paese Nove milioni di studenti, più di un milione di docenti e più di un milione tra personale tecnico e di assistenza, la scuo- la italiana è una comunità di più di 11 milioni persone in un Paese che conta 60 milioni di cittadini. “Se noi incidiamo bene sulla scuola riusciamo a cambiare l’Italia e per questo tutti noi imprenditori dovremmo avere un occhio molto particolare per il sistema scolastico”, osserva nel corso del suo intervento il Cavaliere del Lavoro Angela D’Onghia, già sottosegretario all’Istruzione. Come fare? L’imprenditrice indica tre priorità: luoghi, tempi e persone. Cominciamo dai luoghi. “Dove fanno scuola i nostri ragaz- zi? Qui si è parlato, giustamente, dell’importanza del bello. Come si fa a educare un ragazzo se non in un luogo bello, dove può essere felice di trascorrere il suo tempo? Questo è il primo dei grandi problemi”. D’Onghia richiama l’atten- zione sul fatto che la difficoltà di investire per migliorare il sistema scolastico non risiede solo nella quantità ma nel- la qualità della spesa. “Noi abbiamo istituti che in cinque anni di loca- zione spendono quanto costerebbe costruire un intero edificio”. D’On- ghia punta quindi l’indice sui tempi: “I nostri ragazzi – dice – escono dalle scuole superiori, quindi si affaccia- no al mondo del lavoro o all’univer- sità un anno dopo tutti i loro col- leghi europei. I nostri ragazzi sono in ritardo di un anno. Questo gap va recuperato”. Terzo punto, occorre investire sui docenti. Non è possibile avere dei docenti non adeguatamente mo- tivati, che non riprendano ad avere un ruolo sociale all’in- terno della società. “Gli ultimi dati Ocse-Pisa ci dicono che i nostri ragazzi sono carenti in matematica. Come possia- mo pensare che una persona brillante in matematica pos- sa andare a insegnare a 1.700 euro al mese? Come è possibile – conclude con un amaro interrogativo Angela D’Onghia – che un Paese possa iniziare a correre in queste condizioni?”.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=