Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

26 Civiltà del Lavoro maggio 2019 PRIMO PIANO tipo di risultato, penso che questo possa aiutare la spe- sa. Il secondo problema è la competenza. Se metto un ar- cheologo a scrivere un bando di gara, la probabilità che venga impugnato, lo portino al Tar e l’opposizione vinca, è praticamente massima. Nella Pubblica amministrazione abbiamo questo andirivieni di cause, facciamo lavorare la giustizia amministrativa in modo molto intenso. Evidente- mente gli atti originali nascevano da situazioni per cui erano permeabili, potevano essere tranquillamente impugnabili. Ma se non metto le persone giuste a lavorare, è chiaro che alla fine il risultato sia questo. Andate a vedere come sono state le assunzioni e il turnover nella Pubblica amministra- zione negli ultimi dieci anni. Nel mio ministero c’è un turno- ver di uno a cinque, penso sia quello dell’università, ciò vuol dire che nel giro di dieci anni si va sotto organico del 20- 30% e banalmente non si hanno le persone a disposizione. In questo momento devo chiudere per metà giornata i musei perché non ho personale da mettere. Tutto questo veniva fatto per un miope desiderio di risparmiare sui co- sti, non capendo che non era quello il punto, ma che sta- vamo evitando di dare le risorse necessarie per far funzio- nare la macchina. Davanti a lei ha una platea di imprenditori, sicuramen- te eccellenze del nostro Paese, e sono tutti interessa- ti a capire. Torno al discorso che stava facendo prima, quello sulle infrastrutture e come verranno realizzate. Ad oggi abbiamo appena approvato lo Sblocca Cantieri. Attraverso il meccanismo dei commissari, cercando di ac- centrare indeterminate funzioni che poi hanno un buon grado di esecutività, abbiamo individuato la possibilità di sbloccare i cantieri. Quindi, accorciare i tempi, prendere decisioni, fare una serie di attività. Il senso della domanda era questo: lei sa benissimo che ci sono state due diverse narrazioni da parte dei due par- titi contraenti il patto di governo, chi ha detto che la Tav è l’opera simbolo più importante da realizzare e chi ha detto “attenzione, non esiste la Tav, esistono altre prio- rità dal punto di vista della realizzazione di infrastruttu- re”. In questa polarizzazione si è persa un po’ di vista la centralità del tema delle infrastrutture? Ci vuole rassi- curare su questo? Si faranno le opere pubbliche in Italia? Abbiamo fatto il decreto Sblocca Cantieri, è già pronto, an- drà in Gazzetta Ufficiale, vedrete il tipo di decisioni che sono state prese. Dovrebbe arrivare il Decreto Crescita, ne abbia- mo già parlato nell’ultimo Consiglio dei ministri. Anche in questo caso si va verso delle semplificazioni – al- cune permanenti, altre temporanee – di tutta una serie di decisioni che possono essere prese per poter spendere, alienare immobili e altro. Quindi per permettere che ci sia lo sblocco di alcune cose. Per quanto riguarda la Tav, vorrei fare una riflessione. Da quando faccio questo mestiere, da giugno dell’anno scorso, ho scoperto che c’è un livello mediatico che non necessariamente coincide con la mia quotidianità. A vol- te mi viene da sorridere, guardo le agenzie Ansa e scopro che sto dicendo delle cose. Vedendolo dal di fuori capisco che ci si possa immaginare una dialettica di un certo tipo. Vi posso assicurare che ad oggi noi in Consiglio dei mini- stri abbiamo sempre votato all’unanimità. La ragione per cui siamo arrivati a questo è che, quando abbiamo fatto il con- tratto di governo, c’è stata una dialettica dove alcune cose sono state decise e altre no. Quello che c’è nel contratto di governo per noi è la stella polare, tenete conto che ad oggi ne abbiamo realizzato tra il 70 e l’80%. Anzi, questo è uno strumento che, anche in futuro, chi avrà responsabili- tà di governo se ne ricordi perché semplifica la vita al go- verno e soprattutto rende trasparenti le indicazioni per chi vede l’attività dell’esecutivo dall’esterno. Il movimento che rappresento è estremamente a favore de- gli investimenti. Il caso della Tav Torino-Lione secondo noi è sbagliato. Ma intendiamo quell’investimento, non siamo contrari a tutti, tant’è che abbiamo delle priorità diverse. Il tema vero della Tav è che noi stiamo bucando le Alpi nella direzione sbagliata. Le dobbiamo bucare da Nord a Sud, c’è un progetto che si chiama Alp Transit, che permette ai C80, i treni lunghi dove si possono caricare i camion, di passare dall’Italia e attraversare le Alpi. Ci sono passaggi già aperti dagli svizzeri e altri li stiamo mettendo a posto, ad esempio il Sempione, che vanno in quella direzione. La ragione è che noi vogliamo far lavorare i porti italiani, quindi Trieste, Genova e non Marsiglia; dopo il raddoppio

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