Civiltà del Lavoro, n. 2/2019

28 Civiltà del Lavoro maggio 2019 PRIMO PIANO in dettaglio ogni singola virgola. Ma il meccanismo è esat- tamente lo stesso. D’altronde, con questa legge elettora- le non vedo grandi alternative, essa creerà anche in futuro dei governi di coalizione, quindi tanto vale che la coalizio- ne sia decisa a questo livello. Prima si parlava della Cina. Vi posso solo dire che quan- do abbiamo fatto la cerimonia per lo scambio degli accor- di, penso che il più contento in assoluto fosse Gianmarco Centinaio. Grazie all’accordo che ha fatto il ministro Giulia Grillo, ha sbloccato le esportazioni in Cina delle parti dei suini italiani che da noi finiscono dentro i wurstel: sono le orecchie, le zampe e quant’altro. Il fatto di prendere questa carne congelata che noi buttiamo via – stiamo parlando di maiali esistenti, non c’è produzione in più – questo giochi- no vale 200 milioni di euro di esportazione italiana in Cina, la quale è alla disperata ricerca di questi prodotti. Uno de- gli accordi che abbiamo firmato è questo ed è la risposta a come il governo sta guardando tale accordo. I francesi e i tedeschi hanno fatto un accordo da 30 miliardi; ha tutta una sua dimensione. Ora parliamo di cultura, come volano per lo sviluppo. Il suo predecessore Franceschini un giorno disse: mi sento un ministro con una forte capacità di incidere dal punto di vista economico perché gestisco qualcosa che ha una forte valenza economica, i beni e delle attività culturali. Come si riesce a rendere la cultura davvero un volano per lo sviluppo e la crescita di un paese? Ci arrivo in due momenti, voglio dare un minimo di visio- ne. Senz’altro la cultura può essere un volano molto forte in termini di ricadute di tipo turistico, Matera lo dimostra, è fuori discussione. A questo riguardo, siccome si parlava di autonomia volevo ricordare che il turismo purtroppo è una materia di esclu- siva competenza regionale. Questo provoca all’Italia qual- che problema nel momento in cui vuole offrire qualcosa che sia a livello interregionale. Basta vedere l’offerta turisti- ca delle regioni del Sud e quanto riesca meno del proprio potenziale ad attrarre i flussi turistici dall’estero, la risposta è questa. Tenendo anche conto che i flussi turistici dall’e- stero provengono da paesi come Cina, India, Sudamerica e quant’altro, che ormai non viaggiano più in auto ma hanno bisogno del trasporto aereo, o c’è una regia complessiva oppure ognuno cerca di fare del suo meglio, ma alla fine i risultati sono quelli che vedete. Le attività culturali secondo me sono sottodimensionate, noi possiamo fare ben di più. Ad esempio, non stiamo va- lorizzando abbastanza l’impatto di un’attività culturale che facciamo in Italia all’estero. L’esempio che ho in mente è l’e- ditoria. Nel secondo dopoguerra abbiamo avuto la fortuna di avere molti autori italiani tradotti e conosciuti in giro per il mondo, praticamente da Moravia fino ad Eco come fascia generazionale. Il principale meccanismo di diffusione era do- vuto a contiguità ideologiche, quindi era un ambiente intel- lettuale a chiamare lo scrittore, Calvino, Pasolini e così via. Da venti anni in qua questo meccanismo si è interrotto e i principali casi di diffusione all’estero della nostra letteratu- ra sono Elena Ferrante e Geronimo Stilton, il topolino dei bambini. Sono due piccole case editrici distinte con una dif- fusione mondiale pazzesca; è la classica attività imprendi- toriale dove i due proprietari si sono inventati questo per- corso di internazionalizzazione. Come governo da anni non appoggiamo in maniera pesante l’industria editoriale per andare all’estero e farsi conoscere. Come farlo? Pagando le traduzioni, creando un albo dei tra- duttori, facendo gli ospiti. Nel 2021 saremo ospiti d’onore Il turismo purtroppo è una materia di esclusiva competenza regionale. Questo provoca dei problemi di strategia nel momento in cui si pensa a offerte integrate Matera, la Cattedrale

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