Civiltà del Lavoro, n. 2/2019
50 Civiltà del Lavoro maggio 2019 rmai da anni si registra un progressivo e costante declino degli investimen- ti infrastrutturali. Contrariamente a quanto è avvenuto per quasi tutti i pae- si dell’area euro, è venuto meno il fondamentale apporto degli investimenti pubblici alla ripresa economica e dal 2009 al 2018 la spesa per investimenti pubblici si è ridotta da 54 miliardi a poco più di 30. Nelle stime del Def di aprile 2018, la caduta degli investimenti pubblici avrebbe sottratto qua- si un punto percentuale l’anno alla crescita del pil tra 2007 e 2017 e, secondo recenti analisi, ha condotto a una sostanziale “distruzione” di capitale pubblico, con una perdita di oltre 41 miliar- di tra il 2012 e il 2017, a causa di livelli di spesa che non hanno provveduto a reintegrarlo, tanto- meno ad aumentarlo. In questa fase di grande incertezza economica sfruttare la leva degli investimenti infrastruttu- rali non solo rappresenta una grande opportunità per rafforzare un’efficace strategia di rilancio economico e occupazionale, ma contribuisce anche a posizionare l’Italia al centro tra Europa e Mediterraneo, aperta ad Est e Ovest, collegando centri urbani e periferie, aree arretrate e svilup- pate e l’intero nostro Paese al mondo. Le stime delle più importanti istituzioni finanziarie globa- li, come il Fmi, evidenziano che a fronte di incrementi della spesa per investimenti pubblici pari all’1% del pil si può generare una crescita di 0,4 punti percentuali nello stesso anno e dell’1,5% cumulato alla fine del quarto anno. Ma non solo; gli investimenti per aumentare la dotazione, la capacità di servizio, l’efficienza e la sicurezza delle infrastrutture, possono offrire nel medio-lun- go periodo un contributo determinante alla produttività del nostro sistema economico, per- ché dalla loro effettiva realizzazione dipendono in misura sempre più rilevante la competitività delle imprese e il benessere dei cittadini. Una riforma della politica infrastrutturale che intenda effettivamente rilanciare la spesa per investimenti è chiamata a rispondere a tante criticità ac- cumulate nel corso dell’ultimo quindicennio. Ad esempio, i grandi contenitori program- matici di dimensioni finanziarie e numeriche complessivamente irreali e ingestibili; le dif- ficoltà, a volte insormontabili e comunque molto onerose, di acquisizione del consenso della collettività, specie quella locale; le proce- dure tecnico-amministrative lunghe e incerte; la lievitazione sistematica dei costi di investi- Risorse certe, procedure decisionali più semplici, capacità effettiva di spesa e rapida esecuzione dei lavori. Solo così l’Italia può ripartire O La ricetta per una nuova POLITICA infrastrutturale di Vittorio DI PAOLA INCHIESTA
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