Civiltà del Lavoro, n. 2/2019
56 Civiltà del Lavoro maggio 2019 FOCUS di poter generare degli anticorpi partendo dall’assunto per cui non si può contrastare la corruzione ponendosi contro l’amministrazione e non utilizzando la parte migliore di co- loro che la compongono. Un capovolgimento di prospettiva che si traduce nella crea- zione di uno strumento innovativo di controllo: i piani di prevenzione della corruzione. Lo spirito che ha animato la legge si è costantemente ispirato alla ricerca di “barriere interne”, a misure preventive piuttosto che repressive, stru- menti destinati a incidere sulle occasioni della corruzione e sui fattori che ne favoriscono la diffusione, in primis la far- raginosità di regole spesso utili solo a chi deve interpretar- le e non a chi è chiamato a rispettarle. Va in questa direzione l’adozione obbligatoria da parte di ciascuna amministrazione di piani triennali di prevenzione ispirati a modelli di risk management. Mappatura delle atti- vità più esposte, indicazione dei presìdi volti a ridurre il ri- schio di illeciti, individuazione di un soggetto incaricato al- la vigilanza, sono tutti tasselli di un quadro che ha teso e tende ad avvicinare contesti conservativi e burocratizzati a realtà di carattere aziendale. Una delle sfide principali della normativa e dell’Anac, che si è intestato un diffuso lavoro di sensibilizzazione e diffu- sione nonché di supporto per l’opera di redazione dei pia- ni anticorruzione, è stata quella di fare dei piani un model- lo cui ogni specifico ente pubblico possa arrivare a servirsi per prevenire la corruzione attraverso anche una capillare strategia di responsabilizzazione interna. I piani si ricollega- no sia al sistema di compliance previsto nell’ambito della responsabilità “penale” delle imprese, sia ai piani di integri- tà introdotti in molti paesi europei per verificare l’integrità dell’organizzazione e valutare il livello di vulnerabilità degli organismi. Una volta individuati i rischi, vanno per esempio indicate le misure organizzative che possono sterilizzarli, a partire dalla rotazione del personale. LA CORRUZIONE “PERCEPITA”. Dal 2012, anno di in- troduzione della legge anticorruzione, l’Italia si è dotata di nuovi strumenti e di una rinnovata consapevolezza. Non è certo una legge a cambiare fenomeni, costumi e mentali- tà diffuse, fatto sta che anche in termini di percezione si è registrata una chiara inversione di tendenza. L’indice di percezione della corruzione (Cpi) pubblicato da Transparency International nel 2018 vede l’Italia al 53esimo posto globale, con un punteggio di 52 punti su 100, mentre nel 2012 il Paese galleggiava intorno alla 70esima posizione. La legge del 2012 e la nascita dell’Anac nel 2014, con tutto il corredo di iniziative a supporto, hanno tracciato un discri- mine. Ma cosa significa indice di “percezione” della corru- zione? L’indice misura la percezione della corruzione e non la corruzione per una ragione assai semplice: essendo ille- gale, non esiste né potrebbe mai esistere un registro della corruzione che permetta di misurarla oggettivamente. Sen- za considerare che usare indicatori come potrebbero es- sere il numero d’inchieste o le condanne spiccate in tema di corruzione sarebbe metodologicamente opinabile, data la diversità dei sistemi giudiziari. La fonte dei dati per costruire l’indice viene da studi e son- daggi condotti da istituzioni internazionali su uomini d’af- fari ed esperti. Sotto l’influenza di bolle mediatico-giudi- ziarie sempre può accadere che la percezione sia distorta e che uno studio utile a restituire il sentiment su un feno- meno diventi esso stesso causa del sentiment su quel fe- nomeno. Detto in altri termini: l’indice non misura più una percezione ma la crea. Fatto sta che dal 2012 solo venti pa- esi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio e tra questi vi è l’Italia con uno degli incrementi maggiori (+10 punti). Dal 2013 è cominciata una lenta ma graduale salita dovuta anche alla “percezione” (è il caso di dire) della presenza di un meccanismo di contrasto alla corruzione: una magistra- tura più attiva, l’avvio di una politica di prevenzione della corruzione, l’azione di un’Autorità di controllo. L'ITALIA NELLA CLASSIFICA MONDIALE I progressi nell'indice di percezione di Transparency dal 2012 ad oggi Fonte: Transparency International 2012 2013 2014 2015 Italia Anac Legge anticorruzione 2016 2017 2018 72 70 68 66 64 62 60 58 56 54
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