Civiltà del Lavoro, n. 3/2019
101 Civiltà del Lavoro maggio 2019 INTERVENTO alternative di più lunga e sicura durata, come stanno facen- do gli Stati Uniti, pensando solo alla politica interna anche se ancora oggi, nel breve/medio termine, sono la più gran- de potenza militare ed economica del mondo. In conclusione, da detta analisi per creare il “futuro” ci vuo- le solo visione e una forte volontà politica. L’Ue oggi è una grande “potenza economica”: il mercato più ricco al mondo come consumatori, il primo manufatturiero al mondo per la produzione di manufatti e servizi con mag- giore valore aggiunto, prima come “welfare” ed economia sostenibile al mondo; ma è debole come potenza politica e militare specialmente dopo la Brexit. Per l’Italia l’Ue de- ve restare il nostro orizzonte e non essere il nostro confi- ne perché se è vero che da soli si va più veloce, insieme si va più lontano. è superiore alle altre”. E ha concluso affermando che “l’arte e la letteratura sono il modo migliore per far com- prendere e comunicare nazioni e popoli diversi”. Nella suddetta conferenza è risultato evidente il contrasto tra l’ottimismo nel futuro in Asia e il pessimismo nel mon- do transatlantico con le guerre commerciali geopolitiche; ma queste devono far posto alla cooperazione perché non c’è conflitto così grande da non poter essere risolto con il dialogo invece del conflitto. D’altra parte, non si può contenere un paese (la Cina) di 1,4 miliardi di persone, i cui governi si sono succeduti in qua- rant’anni di riforme e aperture e nel quale 800 milioni di persone sono state liberate dalla povertà. Inoltre, un nume- ro crescente di paesi in via di sviluppo guarda al modello cinese per superare il proprio sottosviluppo. Dunque l’idea che si possa impedire l’ascesa di una nazio- ne solo perché non è occidentale è assurda. La caratteristi- ca dei momenti di svolta nella storia è che la maggioranza delle persone non ha idea di che cosa stia accadendo. So- lo i visionari multiculturali, che hanno una chiara idea del potenziale positivo per il futuro, sono in grado di interve- nire nel processo nei momenti decisivi, per evitare poten- ziali catastrofi e dare inizio ad una nuova era per l’umanità. Oggi ci troviamo in un cambiamento di fase simile: il vec- chio ordine mondiale, sviluppato dopo la Seconda guerra mondiale e soprattutto dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, è in un processo di dissoluzione, ma non è anco- ra deciso che forma assumerà il nuovo ordine. Siamo in un periodo in cui perfino il diritto internaziona- le sembra scavalcato e nemmeno l’Onu o altre istituzioni sembrano in grado di tutelarlo. Ma è innegabile che il pen- dolo che ha favorito la civiltà occidentale negli ultimi secoli oscilla dall’altra parte (Asia). Questo è indicato chiaramen- te dallo sviluppo demografico in Asia e in Africa; da inter- venti strategici completamente nuovi in detti continenti. Ne derivano grandi occasioni per l’Asia e l’Africa e insieme a loro una forma completamente nuova di responsabilità che dovrebbe ispirare concetti relativi alla necessità di un avanzamento del genere umano nel suo insieme. Se vogliamo creare un ordine nuovo, più umano, questo dovrà fondarsi sui concetti migliori che siano stati prodot- ti dalle varie culture. Tali principi di coesistenza pacifica af- fondano le radici oltre che nel Cristianesimo, nell’Illumini- smo, anche in numerose culture asiatiche. Questa è la strada per evitare le catastrofi che si vedono all’orizzonte non tanto lontano. Trattati internazionali per la denuclearizzazione, raggiunti faticosamente in anni di lavo- ro dalle diplomazie di vari paesi, non possono essere buttati nella “spazzatura” in poco tempo senza proporre strategie Rosario Alessandrello P.S. Questo articolo è stato scritto prima del vertice G20 che si è tenuto in Giappone il 28 e il 29 giugno Profilo ROSARIO ALESSANDRELLO è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1997 per aver sviluppato il settore dell’impiantistica. Ha guidato la Tecnimont, che ha realizzato in tutto il mondo oltre 300 impianti industriali, utilizzando le tecnologie più avanzate. È presidente della Camera di Commercio Italo-Russa e della Camera di Commercio Italo-Iraniana
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