Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

24 Civiltà del Lavoro luglio 2019 PRIMO PIANO LIGURIA Il crollo del ponte Morandi ha senz’altro segnato l’econo- mia ligure, a cominciare dal settore logistico e commercia- le, eppure le aspettative espresse dalle imprese industriali e dei servizi contattate in occasione del sondaggio autun- nale della Banca d’Italia sono rimaste comunque impronta- te a un cauto ottimismo sia per quanto riguarda i volumi di vendite, sia per l’accumulazione di capitale fisico. Il numero di occupati è salito; alla crescita dei lavoratori alle dipendenze, in atto dall’anno scorso, si è aggiunto il parziale recupero dell’occupazione autonoma; il tasso di disoccu- pazione ha però registrato un incremento, dato il maggio- re numero di persone che attivamente ricercano un lavoro. Si può dire che nel 2018 l’economia ligure ha proseguito a crescere grazie al positivo andamento del terziario privato non finanziario. La produzione industriale ha registrato se- gnali di stabilizzazione, mentre l’attività del comparto edili- zio è rimasta debole. VENETO Nel 2018 il Veneto ha consolidato un trend espansivo in tutti i comparti produttivi. Nell’industria manifatturiera la produ- zione ha continuato a crescere nella prima parte dell’anno, anche se a un ritmo inferiore a quello del 2017 a causa di una più bassa domanda delle economie esterne all’Unione europea. La vivace fase di espansione degli investimenti, in atto dal 2014, si indebolirebbe quest’anno e anche i piani di accumulazione per il 2019 sono improntati a cautela. Si confermano positive le attese sull’evoluzione della doman- da a breve termine. L’espansione dell’attività economica si è associata a un ul- teriore miglioramento delle condizioni del mercato del la- voro, con un aumento del numero di occupati, soprattut- to dipendenti con contratti a termine, che già dallo scorso anno si era riportato sui livelli pre-crisi. La maggiore parte- cipazione al mercato del lavoro ha frenato il calo del tas- so di disoccupazione. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è ulteriormente diminuito. LOMBARDIA Anche per la Lombardia, come per il Piemonte, la crescita continua ma a ritmi più blandi. Perde slancio la manifattu- ra nonostante gli ordini, interni ed esteri, e ciò soprattut- to a causa di timori per i possibili contraccolpi derivanti da un eventuale inasprimento delle tensioni commerciali in- ternazionali. Nelle attese delle imprese prevale tuttavia ottimismo. Il ter- ziario ha avuto un andamento eterogeneo, con un peggio- ramento del quadro congiunturale nel commercio al det- taglio e risultati nel complesso ancora favorevoli, sebbene in rallentamento, negli altri servizi. A differenza di altre re- gioni, nelle costruzioni si è consolidato il recupero dell’atti- vità, con una crescita del fatturato e la stabilizzazione della produzione, cui si è associata una espansione delle com- pravendite e delle quotazioni sul mercato immobiliare. Un segnale tangibile dell’aumento delle disponibilità liquide nel sistema produttivo. L’espansione dell’attività economica si è associata a un limi- tato miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro, con un contenuto incremento degli occupati e una lieve di- minuzione del tasso di disoccupazione . TRENTINO ALTO ADIGE Tra il 2012 e il 2017 la crescita della produttività altoatesina è stata pari al doppio di quella trentina e più che tripla di quella media nazionale. In Trentino l’aumento della produt- tività è stato frenato dalla dinamica delle imprese dei ser- vizi, soprattutto di quelle più grandi; in Alto Adige, invece, l’espansione ha interessato quasi tutti i settori e ha coinvol- to anche le piccole imprese che risultavano già nettamen- te più produttive rispetto al resto del Paese. Soprattutto in provincia di Trento, la produttività del lavoro del comparto industriale ha registrato un sensibile aumento, riflettendo anche una maggior efficienza nell’utilizzo dei fattori produt- tivi tra le società di capitali manifatturiere. Nel 2017 è proseguito l’aumento dei consumi delle famiglie, sostenuto dall’incremento del reddito disponibile e dalle fa- vorevoli condizioni creditizie; rispetto alla media naziona- le, risulta più elevata la percentuale di famiglie che ritiene adeguata la propria situazione economica. Ne è risultato un forte incremento sia del credito al consumo, sia dei mutui per l’acquisto di abitazioni.

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