Civiltà del Lavoro, n. 3/2019
35 Civiltà del Lavoro luglio 2019 PRIMO PIANO VALERIA LAI Allievo Collegio Universitario Lamaro Pozzani 2017 Giurisprudenza, Università La Sapienza – Roma Bruxelles non è un salotto Come ha vissuto l’appuntamento elettorale? È stata la mia prima votazione europea e l’ho vissuta come l’espressione dell’essere pienamente cittadini. Così come mi sento italiana non di meno mi sento europea; la nostra generazione non percepisce più le differenze di nazionalità e questo si traduce in una grande emozione e impegno ci- vile al momento del voto. Inoltre, studiando giurispruden- za mi sono resa conto dell’importanza delle politiche pub- bliche per i cittadini. Ecco, rispetto al passato non riuscirei più a pensare in un’ottica soltanto italiana. L’Europa oggi è il nostro primo interlocutore pubblico. In vista del voto ha approfondito programmi e candidati? Mi sono sempre interessata di politica, sono un’allieva della scuola fondata da Enrico Letta e ho avuto l’occasione di par- tecipare a un viaggio studio a Bruxelles, nel quale abbiamo potuto conoscere da vicino l’attività dei gruppi parlamenta- ri. Per il voto ho letto i giornali, visto i programmi e ho avu- to modo di seguire la campagna elettorale dei vari partiti. C’è qualcosa che l’ha colpita? Diciamo che la campagna elettorale è stata come me l’a- spettavo. L’elettorato della Lega si aggrappa molto alla figura del leader e non avverte il bisogno di un programma poli- tico definito. D’altra parte sul fronte democratico si conti- nua a fare leva sull’antagonismo piuttosto che sulla costru- zione di idee concrete. Aggiungo che in Italia l’affluenza è stata modesta e credo che soprattutto le generazioni più grandi non colgano l’importanza dell’Unione europea. L’Europa allora è solo per le élite? No e riconosco che le istituzioni europee possano apparire com- plesse e distanti dai cittadini, ma qui tocca ai partiti esercitare una maggiore intermediazione e fa- re comprendere l’importanza del voto per il Parlamento europeo; per esempio, ricordando agli elettori che ormai il 70% delle leggi italiane è di ema- nazione comunitaria. I partiti, dunque, servono ancora? Certamente sì. Sono la forma attraverso la quale si espri- mono ideali, aspirazioni e progetti. Un singolo individuo non potrebbe avere tutte le competenze tecniche, ma non so- lo, per comprendere ruolo e valore di un’istituzione. TOMMASO TACCHETTI Allievo Collegio Universitario Lamaro Pozzani 2018 Biotecnologie, Università La Sapienza – Roma Sostenibilità, tema prioritario Primo voto per le europee. Come si è preparato? Ho seguito la campagna elettorale sui giornali e approfon- dito i possibili scenari su alcune riviste. Di grande aiuto, poi, è stato il ciclo di incontri sull’Europa promosso dal Colle- gio Lamaro Pozzani. Il Parlamento europeo è un organo molto impor- tante e, benché non abbia potere di iniziativa legislativa, è decisivo su di- verse questioni. Quali sono gli altri temi a lei cari? Tutto ciò che riguarda l’economia sostenibile, ovvero un modello che possa dare lavoro alle persone e ab- bia al contempo rispetto dell’indivi- duo e dell’ambiente. Non è facile. Se pensiamo alla Tav si è assistito allo scontro fra la tutela dell’ambiente e la salvaguardi dei posti di lavoro. Personal- mente ritengo che la soluzione in molti casi stia nella tec- nologia, nell’uso delle energie rinnovabili e così via. Cosa rappresenta per lei l’Europa? Prima di tutto la libertà di studiare e viaggiare all’estero, cose che per la nostra generazione sono pane quotidiano. Più in generale aggiungerei che la moneta unica è stata un grande successo e che, come Paese, dobbiamo la nostra stabilità economica all’euro. Cosa risponde a chi sostiene che bisogna tutelare di più gli interessi nazionali? Mi viene in mente il tema della sicurezza, che sta già in ca- po ai singoli paesi. E quando si chiama in causa la questio- ne dei flussi migratori bisognerebbe ricordare che non è compito dell’Europa occuparsene, a meno che non si de- cida di farlo lavorando a degli accordi per accogliere e re- distribuire le persone tra i vari paesi e senza che alcun pae- se possa rifiutarsi. Come valuta i rappresentanti politici presenti in Europa? Non ho una conoscenza approfondita degli europarlamen- tari. In generale credo che spesso si consideri l’incarico co- me una “poltrona” da occupare. Forse con queste elezioni la tendenza si è attutita. Un aspetto che l’ha colpita della campagna elettorale? La campagna del centrodestra è stata martellante. La Lega, ad esempio, ha tralasciato i vecchi canali quali tv e giorna- li e si è concentrata sui social media. Ha dimostrato di co- noscere il proprio elettorato e di saperlo raggiungere.
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