Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

37 Civiltà del Lavoro luglio 2019 PRIMO PIANO Franco Bernabè Nel passato i temi sui quali si sono raggiunte ampie mag- gioranze e dove quindi la polarizzazione è meno rilevan- te, sono stati quelli dello sviluppo regionale, della cultura, dell’educazione e del bilancio. Viceversa sui temi relativi agli affari economici e monetari, commercio internazionale e politica estera, è sempre prevalsa la linea della grande coa- lizione tra popolari e socialisti. I temi, invece, sui quali le maggioranze sono state più in- certe, sono stati i temi dell’industria, del mercato interno, dell’occupazione e dell’ambiente. Cioè i temi più importan- ti dal punto di vista della capacità europea di affrontare le sfide dei cambiamenti dell’assetto geopolitico. Se si guarda a una prospettiva globale, i temi sui quali l’Eu- ropa si deve confrontare con Cina e Stati Uniti sono: la politica del commercio internazionale, le concentrazioni industriali e le politiche antitrust, il tema degli aiuti di sta- to, il controllo sui sistemi di comunicazione e infine il te- ma della difesa. Su questi temi ci sono stati alcuni tentativi, soprattutto da parte del presidente Macron, di definire un’agenda di rifor- me che ha avuto però scarsa attenzione da parte degli altri paesi. Il governo francese, in vista della definizione del pro- gramma di attività della nuova Commissione ha preparato nei primi mesi dell’anno un documento nel quale si auspi- ca che la politica della concorrenza e degli aiuti di stato si evolva in direzione di una maggiore flessibilità, alla luce del nuovo contesto internazionale. Il documento non è stato oggetto di dibattito anche se sicuramente verrà portato all’attenzione della nuova Commissione. Storicamente le priorità dell’Europa sono state quelle di ga- rantire un quadro macroeconomico stabile, un sistema di welfare generoso e il mantenimento di condizioni di mer- cato concorrenziali che consentano ai cittadini l’accesso a beni e servizi alle condizioni più vantaggiose. La compatibilità tra gli ultimi due obiettivi non è però au- tomatica. Un sistema di welfare generoso, come quello eu- ropeo richiede una creazione di ricchezza che non può che essere garantita da imprese forti e competitive a livel- lo internazionale. Il sistema di vincoli e di regole che le imprese europee su- biscono e soprattutto la ricerca da parte delle autorità an- titrust di strutture di mercato ideali dal punto di vista della concorrenza non aiuta, nel nuovo contesto internazionale, a rafforzare il sistema delle imprese europee. Negli Stati Uniti si è registrato negli ultimi anni un processo di deregolamentazione, che ha beneficiato diversi settori di attività e ha determinato un profondo cambiamento nella filosofia antitrust. In sintesi l’antitrust ha fatto molto me- no riferimento ad astratti modelli di mercato e ha guarda- to invece alle conseguenze concrete sui consumatori e sul sistema economico generale dei processi di concentrazio- ne. Combinazioni che garantivano maggiori investimenti e minori prezzi sono state autorizzate nonostante le possibili conseguenze sulla struttura concorrenziale. Questo è vero in molti settori ma nel settore delle teleco- municazioni ha avuto dimensioni particolarmente rilevanti. Il DoJ sta autorizzando la concentrazione tra Sprint e TMo- bile che riduce gli operatori da quattro a tre in un merca- to di 330 milioni di abitanti, mentre l’antitrust europeo per autorizzare la fusione tra Wind e Tre in Italia, un mercato da 60 milioni di abitanti, ha richiesto che si introducesse un nuovo concorrente. Un altro indicatore significativo dell’atteggiamento ideolo- gico dell’Europa è stato il rifiuto della fusione Siemens Un sistema di welfare generoso, come quello europeo, richiede una creazione di ricchezza che non può che essere garantita da imprese forti e competitive a livello internazionale. Il sistema di vincoli subito dalle imprese europee, tuttavia, non aiuta

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