Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

39 Civiltà del Lavoro luglio 2019 Non può esistere un’Europa unita senza COSTITUZIONE di Angelo Michele VINCI PRIMO PIANO n’Europa unita senza una Costituzione mi sembra paragonabile a un’azien- da senza statuto, dove esistono degli accordi operativi più o meno formalizzati tra i so- ci, esiste un atto di costituzione della so- cietà, ma non esiste uno statuto che di- sciplini in maniera inderogabile gli aspetti fondamentali, i diritti e i doveri di ciascun socio, la governance, lo scopo stesso dell’or- ganizzazione. E così, caso per caso, si lascia spazio a in- terpretazioni più o meno libere dei regola- menti, a contestazioni pretestuose e talvolta a veri e propri conflitti tra i soci, orienta- ti più a difendere il proprio interesse che quello collettivo, perdendo di vista la finalità per cui la società è stata creata. Con le dovute proporzioni, mi pare che l’Unione europea stia patendo problemi simili. Attra- versata dai nazionalismi, timorosa di spostare il potere politico dalle capitali a Bruxelles, è an- cora lontana dall’essere un soggetto politico forte. In questo senso, è emblematica la mancan- za di una Costituzione europea, intesa sia come espressione dei valori e delle regole in cui una comunità si riconosce, sia come basamento su cui quella comunità intende costruire il proprio futuro. A partire dai meccanismi di sovranità e legittimità democratica. Il progetto di un trattato costituzionale dell’Unione europea, avviato all’inizio degli anni Duemi- la, naufragò miseramente. Sottoposto alla ratifica di ognuno degli Stati membri, fu bocciato dai referendum in Francia e in Olanda nel 2005, per cui non riuscì neanche ad arrivare nelle urne britanniche, polacche e danesi. Da un’analisi postuma, vari analisti hanno individuato in quel fallimento i primi segni dei movimen- ti populisti che, sotto diverse bandiere, rifiutavano di rinunciare a parte della sovranità nazionale in favore di un organismo comunitario. La stessa ritrosia in realtà era circolata ancor prima tra i governi che avevano rivisto la bozza della Costituzione più volte, evitando di ampliare i poteri della Commissione e preservando il diritto di veto in materia estera e fiscale. U Angelo Michele Vinci

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