Civiltà del Lavoro, n. 3/2019

47 Civiltà del Lavoro luglio 2019 ATTUALITÀ Il conflitto sociale stava per esplodere in tutta la sua crudezza, il biennio rosso 1919-1920 era alle por- te e chi aveva investito nelle fabbriche era ancora troppo debole per poter rappresentare le istanze delle aziende. Nel conflitto sindacale si palesa così l’esigenza di dar voce ai produttori, a chi stava per scrivere la storia dell’automobile. In questa cornice nasce, il 14 aprile del 1919, l’Amma - Azien- de meccaniche meccatroniche associate, una sigla che dalla città fabbrica degli inizi del XIX seco- lo arriva oggi a rappresentare l’intero mondo di industria 4.0. Quest’anno compie un secolo e guar- da con ancora più interesse al futuro. “La mia è una chiamata all’azione, perché credo che questo sia il miglior modo possibile per cele- brare il centenario dell’Amma e un secolo di storia percorso all’insegna del cambiamento” spiega il numero uno Giorgio Marsiaj, nel corso dell’intervento tenuto al Museo dell’Auto di Torino lo scor- so 13 maggio. Elettriche, autonome, ibride, connesse, le automobili si trasformano in piattaforme in mobilità. I cambiamenti sono radicali. Ne traccia il potenziale il presidente di Fca John Elkann. “Ci sono tre rivoluzioni in atto – osserva nel corso del suo intervento – una digitale, una elettrica e una di guida autonoma: i prossimi 20 anni saranno determinanti per ridisegnare il settore auto e per tutto il distretto della meccanica”. Propensione al cambiamento, formazione e competitività sono le stelle polari dello scenario indicato da Marsiaj. “Di fronte al cambiamento – afferma citan- do Kennedy – molti uomini si chiedono perché. Io mi chiedo perché no”. Una seconda dimensione altrettanto cruciale per affrontare il futuro del settore è l’investimento nel- la formazione. “Tutti dobbiamo investire in formazione, ne va della nostra sopravvivenza e Torino deve recuperare un divario negativo”. Eppure nel passato Torino ha svolto un ruolo di avanguar- dia. “Quando nel 1923 – ricorda Marsiaj – si inaugurò la più grande e moderna fabbrica automobi- listica d’Europa, il Lingotto, si aprì anche un’importante scuola aziendale per formare il personale richiesto dai nuovi metodi di lavoro”. E, infine, il nodo competitività. “Il sistema delle nostre imprese è impegnato su un duplice fronte. Da un lato, deve vincere tutti i giorni la battaglia con la concorrenza internazionale. Dall’altro, de- ve fare i conti con i mille volti di un Paese che stenta ad attuare le riforme e gli investimenti strut- turali per essere più competitivo. Manca una visione di lungo periodo”. Marsiaj si fa porta- voce non solo di un comparto ma di un inte- ro tessuto produttivo ed esorta i decisori sul- la necessità di sostenere chi, la ricchezza, la produce. “Noi industriali siamo i primi a co- noscere i costi sociali della Grande Crisi sca- tenatasi dal 2008 in avanti. Ma ad essi non si può rimediare coll’assistenzialismo. Per ele- vare il tenore di vita dei nostri concittadini, specie i più disagiati tra di loro, ci vogliono sviluppo e lavoro e le imprese sono il mezzo fondamentale per crearli”. G.P. Amma, una STORIA nel segno del cambiamento La sigla delle aziende meccaniche e meccatroniche compie 100 anni E lo fa guardando al futuro Giorgio Marsiaj

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=