Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2019
33 Civiltà del Lavoro novembre 2019 SPECIALE una dipendenza esterna che domani potrebbe diventa- re una dipendenza fortemen- te condizionante”. Non è quantificato l’ammonta- re degli investimenti comples- sivi al quale la presidente pensa. Von der Leyen ipotizza, inve- ce, una “finanza verde che investa mille miliardi in dieci anni” per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile e gli interventi contro il cambiamento climatico e a favore dell’ambiente. Si tratta di una buona cifra, commenta Quadrio Curzio, che esprime invece perplessità su due considerazioni fatte dal- la presidente von der Leyen. La prima è che quest’ultima ritiene la situazione economica europea a posto, mentre per l’economista della Cattolica è molto diversa, soprattutto in fatto di convergenze terri- toriali. La seconda perplessità riguarda l’enfasi posta sul bi- lancio europeo, che, come è noto, rappresenta l’1% del Pil annuo complessivo dei paesi e che risulta davvero mode- sto in rapporto alle finanze degli Stati. Se dunque la crisi economica è stata soltanto fermata – e non superata come ribadisce il docente – l’Europa adesso “si trova di fronte a un bivio: se prosegue in questa situazio- ne, definita recessione, arriverà alla stagnazione (che è una patologia molto difficile da curare); se vuole invece rilancia- re l’economia deve certamente fare molti più investimenti”. Quadrio Curzio conclude la sua analisi riportando al centro del tavolo la proposta di creare obbligazioni del debito pub- blico dei paesi aderenti all’Eurozona, i cosiddetti Eurobond. Il primo a parlarne fu Jacques Delors nel 1993 e il tema è sta- to ripreso in tempi più recen- ti senza però mai addivenire a una soluzione condivisa. A favore di questa strada Qua- drio Curzio sottolinea che non esistono istituzioni sovra- nazionali che abbiano un potere monetario senza il potere di emettere titoli di debito pubblico. L’Europa, a suo avvi- so, deve completarsi anche dotandosi di questo strumento, tanto più che esiste oggi un’esigenza molto forte di acqui- stare titoli europei (non titoli di Stato dei singoli paesi, ma dell’Europa nel suo insieme) ai fini di una diversificazione valutaria e finanziaria. “Un’occasione come quella di oggi – afferma – con tassi di interesse bassissimi e con un’istanza di diversificazione portata avanti da grandi paesi come la Cina, credo che non si ripresenterà più”. Un’ultima postil- la viene dedicata al ruolo che potrà avere l’Italia nel pros- simo quinquennio. Su questo Quadrio Curzio è al tempo stesso fiducioso e perentorio. Paolo Gentiloni, commissa- rio europeo agli Affari economici e monetari, avrà notevo- li responsabilità in tema di investimenti, fisco e dogane ed è fondamentale che non entri nel merito del confronto tra la Commissione europea e il Governo italiano in materia di flessibilità sul Fiscal Compact. “Sarebbe un errore dramma- tico”, conclude. Sintesi della relazione di Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di Economia politica, Università Cattolica di Milano e presidente emerito dell’Accademia nazionale dei Lincei Angelo Panebianco La crisi non è superata: cruciale il tema della sovranità tecnologica e il rilancio degli Eurobond come strumento per rafforzare il proprio potere monetario rispetto agli altri protagonisti dell’economia mondiale
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