Civiltà del Lavoro, n. 6/2019
Foto aerea stabilimenti OMR headquarter. Rezzato Del resto Bonometti è lo stesso ragazzo che nel 1978 investe 400 milioni di vecchie lire per sosti- tuire i vecchi macchinari di Omr nelle nuove macchine a controllo numerico dell’Olivetti. Quell’anno l’azienda fattura 960 milioni. Chi investirebbe oggi più del 40% del fatturato in tecnologia? E i risulta- ti si vedono molto presto. Già nel 1980 i ricavi sono più che raddop- piati a 1,9 miliardi. Nel decennio nel quale Bonometti si chiude “in una riservatezza cocciuta e iperat- tiva”il fatturato crescerà di 37 volte, no ai 36 miliardi di lire del 1990. Nei successivi 30 anni si moltipli- cherà di altre 83 volte, no a tocca- re i 750 milioni di euro di fatturato consolidato del 2019. Mentre i 28 dipendenti con i quali Bonometti era partito sono oggi 3.250. Non è ovviamente possibile descri- vere, anche in estrema sintesi, le tappe di questa evoluzione. Si pos- sono tuttavia indicare le linee stra- tegiche, alle quali Omr si atterrà in modo straordinariamente coerente nel corso dei decenni. Grande attenzione all’innovazione e alla tecnologia. L’investimento iniziale in macchinari non ha nulla di episodico, è una linea costan- te che nel 2009 porta Bonometti a diventare socio di Piero Ferrari nella Hpe e a sviluppare la ricerca nei nuovi materiali e nell’additive manufacturing. L’elevata competitività signi ca due cose. La prima è l’alta reddi- tività che consente il ricorso siste- matico alla crescita esterna. Ma anche qui con una logica chiara, che è quella di favorire l’integra- zione verticale di Omr soprattutto a monte, come dimostra l’acquisi- zione negli anni di fonderie gio- iello, così da a ancare fonderia e lavorazione meccanica. La seconda è il diverso modo di porsi nei confronti della clientela. Omr da tempo non è un semplice fornitore delle case automobilisti- che. E’ un technical partner che partecipa alla progettazione e de- tiene la proprietà intellettuale del pezzo meccanico, così da rendere di cile al cliente sostituirlo con un altro fornitore. Un accenno in ne alla dimensione pubblica di Marco Bonometti. Ca- valiere del lavoro nel 2012, presi- dente degli industriali bresciani nel 2013, di Con ndustria Lombardia nel 2014. E poi il sostegno alla comunità locale (nello sport, nella scuola, nella sanità) di Rezzato che l’ha visto diventare grande restan- do sempre uno di loro. Una delle fasi di produzione dei telai in alluminio
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