Civiltà del Lavoro, n. 6/2019
31 Civiltà del Lavoro dicembre 2019 PRIMO PIANO È un’occasione storica per cercare di tenere uniti, nel- la nuova era, etica ed economia, crescita di produttività e maggiore coesione sociale. Non possiamo indugiare. Mol- te vostre aziende sono la prova che questa stagione non è lontana da noi. Anzi, che è già iniziata. L’Italia in diversi set- tori produttivi è nel gruppo di testa. Occorre orientare de- cisamente gli investimenti in questa direzione. La nostra economia, e l’insieme della nostra società, hanno bisogno vitale che gli investimenti, pubblici e privati, ripartano con immediatezza. L’attuale congiuntura internazionale, segnata da una bassa crescita e da un rallentamento del commercio mondiale, è appesantita da misure protezionistiche fuor di luogo. I con- sumi delle famiglie, così come gli investimenti delle imprese soffrono l’incertezza delle prospettive. Il mercato del lavo- ro, pur con qualche miglioramento, continua a presentare tassi di disoccupazione elevati, che toccano livelli insoste- nibili tra i giovani e nel Mezzogiorno. Il nostro sistema è reso più vulnerabile da problemi strut- turali, ai quali non è certamente estraneo il funzionamen- to dei servizi pubblici e della Pubblica amministrazione a li- vello centrale, regionale e locale. Il tema della competitività, insomma, non riguarda esclusi- vamente i costi diretti dell’impresa e del lavoro, ma chia- ma in causa quella dell’intero Paese, del suo sistema com- plessivo. Il nostro posto in Europa e nel mondo dipende in grande misura da questa sfida. Sul fronte degli investimenti produttivi, naturalmente, è de- terminante il ruolo delle imprese, la loro capacità di intra- prendere nuove iniziative e affrontare nuovi mercati, il co- raggio di puntare al futuro. I Cavalieri del Lavoro sono un esempio della nostra forza come Paese. Le aziende possono rafforzare la competiti- vità, anche incrementando la collaborazione con universi- tà e centri di ricerca per tradurre poi la carica innovativa in progetti reali e decisioni concrete. Come ha osservato il Ministro Patuanelli, è essenziale assicurare la certezza di regole e misure in modo che le aziende possano program- mare i loro investimenti. Serve uno sforzo convergente e per questo è bene che anche il dialogo sociale riprenda vi- gore e produca effetti positivi, come è accaduto in altri im- portanti crocevia della nostra storia. L’Europa più forte è essa stessa condizione per un contesto favorevole alle vo- stre, alle nostre imprese. Voi lo sapete bene e il presidente D’Amato ha fatto bene a sottolinearlo. Un’Europa salda nel sostenere ragioni di scambio libere ed eque, capace di coesione e solidarietà nel gestire le migra- zioni, in grado di parlare con una sola voce nei teatri di crisi internazionale sarà garanzia di maggior sicurezza per i cit- tadini europei e per le imprese. Auguro ai nuovi Cavalieri e Alfieri del Lavoro di proseguire nel percorso intrapreso e di raggiungere traguardi ulteriori, che certamente raggiun- geranno, gli uni e gli altri. Sono certo che da essi deriverà progresso per tutta la società e in primo luogo per quelle più importanti: le generazioni più giovani.
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