Civiltà del Lavoro, n. 6/2019
Civiltà del Lavoro dicembre 2019 69 Ha più volte parlato della necessità di creare una cultu- ra del caffè? Cosa intende? Appunto un’idea di caffè che non si limiti al solo risveglio o a una pausa per ricaricarsi, ma a una gamma di prodotti adatti a ogni momento della giornata. Con Lavazza vogliamo fare in modo che il caffè sia una be- vanda sempre più versatile: dalla colazione all’alta cucina. Da qui la collaborazione con grandi chef internazionali co- me Ferran Adrià – per citare il primo con il quale abbiamo iniziato a lavorare circa 20 anni fa – con cui abbiamo con- cepito caffè in diverse forme e consistenze. Oppure l’idea di un caffè gourmet sostenibile adatto ai più giovani esplo- ratori del gusto. Oppure Qualità Oro, da sempre caffè “del momento speciale” in grado di legare attorno alla sua sin- fonia perfetta famiglie e affetti. Insomma, in un momento storico sempre più legato all’idea del cibo di qualità, voglia- mo che il caffè sia parte di questa tendenza. Lavazza vuole essere un brand specializzato nel caffè di al- ta qualità, in cui questa bevanda è parte di una cultura ga- stronomica di eccellenza, un vero e proprio momento di gusto e condivisione. Lavazza è presente in oltre 140 paesi. Cambiano cultu- re, tradizioni, gusti. Come adattate i vostri prodotti alle esigenze dei consumatori? Il nostro caffè viene da tutto il mondo e, grazie alla nostra vocazione internazionale, viene consumato in tutto il mondo. Siamo quindi ben consapevoli di dover rispettare tradizio- ni e modi di consumo diversi dal nostro. Inoltre, sappiamo che “the Italian way” attorno al caffè è ben radicata e am- mirata in tutto il mondo. Lavazza non dimentica mai il suo essere azienda italiana, e azienda familiare, legata a valori di qualità, cura e rispetto del produttore e del consumatore. Per questo pensiamo che la sfida internazionale vada gio- cata attorno al rispetto dei gusti e delle varietà di consumo cui il caffè si è adattato in giro per il mondo. Come? Offren- do sempre prodotti di alta qualità, in grado di poter sod- disfare gusti differenti e modalità di preparazione diverse. Che significato ha per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro? È il riconoscimento di un lavoro non solo mio, ma di tutta la mia famiglia, e di tutta l’azienda. Il segno che stiamo facen- do bene a procedere sulla via dell’internazionalizzazione e della promozione dell’identità italiana nel mondo. È inoltre un simbolico passaggio di consegna con mio pa- dre, Emilio Lavazza, che fu nominato Cavaliere del Lavoro nel 1991. Da lui ho ereditato la spinta a fare sempre meglio, senza tralasciare la cura dei dettagli e l’amore per il prodot- to che stiamo facendo. Il caffè non è solo un lavoro, ma una passione e una mis- sione. Questo importante riconoscimento è per me lo sti- molo a fare sempre meglio e portare l’azienda sempre più dentro il mondo.
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