Civiltà del Lavoro, n. 2/2020

35 Civiltà del Lavoro aprile • maggio 2020 tutti i dipendenti tamponi e esami sierologici, anche se per ora non ci sono disposizioni in proposito. La sicurezza e la salute vengono prima di ogni cosa e noi siamo pronti a tutelare i nostri dipendenti ripartendo con le dovute precauzioni. La cancellazione del Salone del Mobile ha rappresentato un grosso colpo per il settore. Come state mantenendo il rapporto con i buyer? E quali potranno essere le riper- cussioni del mancato appuntamento di aprile? La cancellazione del Salone è stata una scelta, obbligata e dovuta ma molto dolorosa e sofferta e ci manca moltissi- mo anche dal punto di vista sentimentale. Il Salone è il co- ronamento di un anno di lavoro, il punto di arrivo e di par- tenza del nostro pensiero creativo e del nostro processo industriale. Il rinvio del Salone al 2021 ha creato un vuoto emotivo ol- tre che chiaramente una grave perdita economica per tut- ta la filiera coinvolta, le imprese l’organizzazione stessa del Salone, la città di Milano, l’indotto. Non si interrompe, pe- rò, il dialogo con i nostri buyer, saremo aiutati dal digitale per offrire una visione dei prodotti e risposte chiare dan- do continuità alle nostre relazioni commerciali con tutto il mondo. L’Asia sta lavorando e abbiamo potuto riprendere gli scambi già da qualche settimana. Adesso è importante che riparta tutto il sistema economico, le produzioni e i negozi. Kartell può contare su una capillare rete di flagship sto- re e shop in shop nel mondo. Quali riscontri vi giungo- no dall’estero? C’è voglia di ricominciare: dove c’è stato il fermo i nostri clienti hanno voglia di rialzare le saracinesche dei negozi e c’è fermento dove stanno lavorando o si sono fermati so- lo per poche settimane. Certo nulla sarà come prima, ma ci sarà un nuovo dopo che noi che ci occupiamo di creatività, di idee, di prodotti che fanno sognare abbiamo il dovere di far diventare un’opportunità di cambiamento. Teme per una lenta ripresa dei consumi nel suo settore? È un momento di difficoltà globale psicologica ed econo- mica oltre che ovviamente sanitaria. E il nostro pensiero va alle molte vittime, alla paura che questo virus ha semina- to in tutti noi, paura per la salute e per l’incognita di quel- lo che potrà accadere nelle prossime fasi dell’emergenza. Non nascondo che ci sono grandi difficoltà, imprese che faticheranno, negozi in crisi ma non dobbiamo farci abbat- tere. Dobbiamo, come abbiamo sempre fatto nei momen- ti di difficoltà, tirar fuori il meglio di noi. Il Salone non c’è, un vuoto che ci proietta già all’anno pros- simo che ci impone di pensare al meglio possibile perché la riapertura graduale ci porterà alla prossima primavera a una grande voglia di rinascita, una voglia di incontrarci, di essere presenti fisicamente a Milano tutti insieme: impre- se, designer, giornalisti. Il governo finora ha fatto abbastanza per aiutare le aziende? Abbiamo bisogno adesso di poter entrare in azienda e di ricominciare, rispetteremo tutte le regole ma l’Europa e soprattutto il governo ci dovrà aiutare non solo con pro- clami, non appesantendo di burocrazia i nostri movimenti, ma agevolando il nostro lavoro, agevolando anche il siste- ma del lavoro, un lavoro agile non solo a casa, senza vinco- li, aiutando il nostro export e supportando il nostro siste- ma imprenditoriale a giocare una partita con eguali regole con i nostri competitor. Non possiamo rischiare di trovarci in difficoltà quando an- dremo sui mercati internazionali. Dovremo andare insieme e contemporaneamente e giocare la partita globale di un nuovo mondo globale. René Fernando CAOVILLA La comunicazione del made in Italy sarà molto importante Le sue calzature sono celebri in tutto il mondo e rappresen- tano una delle punte di diamante del nostro made in Italy. Oggetti di lusso – e del desiderio – che in alcuni casi si sono guadagnati anche un posto nella storia del costume con- temporaneo venendo esposti, ad esempio, al Metropolitan Museum di New York. Stiamo parlando del marchio veneziano René Caovilla, nato negli anni Trenta sulla Rivera del Brenta, e vocato per defi- nizione all’export. IlCavalieredelLavoroRenéFernandoCaovillaèamministratore PRIMO PIANO

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