Civiltà del Lavoro, n. 2/2020

38 Civiltà del Lavoro aprile • maggio 2020 PRIMO PIANO Come giudica le misure varate dal governo per tute- lare le imprese? Va premesso che date le dimensioni del problema Covid-19, è facile prevedere che qualsiasi misura di supporto potrà solo lenire gli impatti sulle imprese. Inoltre, allo stato attua- le in cui non abbiamo ancora certezze sui tempi, che tra l’altro saranno diversi nelle varie aree geografiche, è anco- ra più difficile misurare le dimensioni della crisi e i relativi bisogni di tutela. Certo una politica solidale europea avrebbe aiutato il go- verno italiano a fare di più, gravato come è nella sua azio- ne dal pesantissimo debito pubblico che ci rende deboli sui mercati finanziari. Per me le misure che sono state messe in campo, insuf- ficienti che siano, dovrebbero essere almeno tempestive e certe. Senza certezze è impossibile per qualsiasi impre- sa, piccola o grande, fare i propri programmi. I programmi dell’impresa non sono quelli della politica. In politica si dice tutto ed il contrario in tempi ravvicinati. Noi non possiamo farlo, abbiamo un fronte esterno vastissimo. Il mercato che non ammette errori, data la serrata competizione. Abbiamo anche un fronte interno, quello del rapporto con chi lavo- ra con noi, che sono persone che danno molto all’impresa, ma vogliono essere informati con certezza del loro futuro. Massimo CARRARA Sicurezza e continuità al primo posto Fra le aziende che hanno continuato a lavorare nei giorni del lockdown ci sono le Cartiere Carrara. Produzione e or- ganizzazione del lavoro sono stati naturalmente riviste alla luce dell’emergenza e delle disposizioni emanate dal gover- no. Il tutto non senza complessità se si pensa che, soprat- tutto all’inizio, logistica e trasporti hanno risentito del clima di paura creatosi con lo scoppio dell’epidemia. Oggi l’azienda presieduta dal Cavaliere del Lavoro Massi- mo Carrara – oggi fra i primi dieci produttori di carta tis- sue in Europa – prosegue le attività in un contesto che, co- me spiega il Cavaliere stesso, presente luci e ombre sotto molti aspetti. Ma cominciamo con ordine. Qual è stato l’impatto dell’emergenza sanitaria nel suo settore e in particolare nella sua azienda? La sospensione delle attività produttive non ha riguardato il nostro settore, che è stato considerato essenziale. Il mon- do della produzione e trasformazione di carta tissue vive però luci e ombre: se da una parte abbiamo riscontrato un sensibile aumento della domanda di prodotti domestici, a partire dalla carta igienica, dall’altra i prodotti professio- nali hanno risentito pesantemente del blocco del mondo Horeca (Hotellerie, restaurant e catering, ndr) e del setto- re turistico-ricreativo. La nostra azienda sta lavorando principalmente su due fron- ti: da un lato, dare continuità alla fornitura di prodotti mo- nouso e detergenti antibatterici per l’igiene personale (len- zuolini medici, asciugamani, veline, fazzoletti, carta igienica), in primis alle strutture sanitarie impegnate nell’emergenza e, dall’altro, sostenere le fasce più deboli della nostra clien- tela dando respiro alla loro liquidità attraverso una rimo- dulazione delle condizioni di pagamento. In che modo ha riorganizzato la produzione? E come ha tutelato i dipendenti? Ci siamo dati due priorità: tutelare nella misura massima possibile la salute dei dipendenti e dare continuità al ser- vizio ai clienti. Nel nostro caso è stato fondamentale gio- care d’anticipo: gran parte delle misure previste dal Proto- collo di regolamentazione della attività produttive erano state già implementate alla fine di febbraio per cui non sia- mo stati colti impreparati. Si è lavorato molto sull’informa- zione e sulla riorganizzazione di tempi e spazi lavorativi in modo da garantire la creazione di gruppi compartimenta- lizzati e il distanziamento sociale. In produzione abbiamo sfalsato i turni o introdotto ferma- te di un’ora per consentire la sanificazione degli spazi co- muni più volte al giorno. Negli uffici abbiamo massimizzato l’utilizzo della modalità del lavoro agile. Abbiamo stipulato un’assicurazione sanitaria integrativa che protegge i dipen- denti che dovessero sfortunatamente contrarre la malat- tia e riconosciuto alle persone presenti in azienda un bo- nus aggiuntivo a quello governativo. La risposta da parte

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