Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

17 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 Un altro asse di sviluppo è la digitalizzazione, che tut- ti abbiamo sperimentato durante il lockdown: quali so- no a suo avviso le priorità in questo settore e chi non è sufficientemente digitalizzato, cittadini o imprese, non rischia di rimanere tagliato fuori dalla ripresa? Certamente. E questo per l’Italia è un rischio. Non dimen- tichiamo, infatti, che il sistema economico italiano aveva parzialmente “bucato” la prima fase della rivoluzione infor- matica degli anni ’90 e ancora oggi molte imprese usano in maniera non adeguata le nuove tecnologie, come dimo- strano le indagini dell’Istat. Stesso discorso vale per le pubbliche amministrazioni, chia- mate a ripensare i propri processi produttivi in senso digita- le, il che è ben diverso dalla semplice digitalizzazione dei do- cumenti. Infine, non dimentichiamo il ritardo culturale che si riscontra anche nella popolazione, soprattutto adulta e anziana, che rende poco utilizzati anche i servizi innovativi offerti dalle imprese e dalle amministrazioni più avanzate. Infine, va ricordato che la digitalizzazione è strettamente connessa all’economia circolare. È per questo che siamo lieti che, con la Legge di bilancio 2020, il governo abbia ac- cettato la nostra proposta di legare gli incentivi di Indu- stria 4.0 al passaggio all’economia circolare. Ma molto va fatto sul piano culturale e credo che i Cavalieri del Lavoro possano svolgere un importante ruolo in questa direzione. Molti si chiedono se il nostro assetto istituzionale e la nostra Pubblica amministrazione saranno in grado di pi- lotare questo enorme sforzo di investimento e trasfor- mazione del Paese. Per esempio, il sindaco di Milano Sa- la denuncia il caos dei poteri locali tra Regioni, Province rimaste a mezz’aria, Aree metropolitane, Comuni e Mu- nicipi spesso in conflitto tra loro: non sarebbe urgente anche una semplificazione non solo amministrativa, ma anche istituzionale, a cominciare dalla revisione del bi- cameralismo paritario? Sì, ma non è una cosa che si può fare rapidamente. Questo vuol dire che, per assicurarsi che i fondi siano spesi velocemente Si discute quantità e delle condizionalità dei fondi, ma poco di cosa farne. E meno ancora di come garantirne la realizzazione. Nella cultura italiana di governo la valutazione ex-ante ed ex-post degli interventi è stata sempre assente, ora sarebbe il caso di risolvere una volta per tutte la questione PRIMO PIANO

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