Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

23 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 di cui le più importanti sono la restituzione dell’acconto di novembre 2019 dell’Irap e dell’Ires, circa 21 miliardi di euro di liquidità immediata senza dover fare nessuna richiesta. Al posto dei mille rivoli e del meccanismo a fondo perduto contenuti nel decreto “rilancio”. Poi il pagamento di tutti debiti della Pubblica amministrazione verso i fornitori, altri 27 miliardi, il ripristino del piano originale Impresa 4.0 – di cui anche Conte parla spesso – includendo gli investimen- ti in economia circolare e sostenibilità ambientale, previsti dal Recovery Fund. Infine, il rafforzamento dell’Ace (Azione per la crescita economica) con un rendimento nozionale al 7% sui capitali investiti in azienda per rafforzare la patri- monializzazione delle imprese metta sotto pressione dal- la crisi economica da Covid-19. Usare i 6,7 miliardi di fondi Ue già disponibili – ma bloccati dall’incapacità di chi deve gestirli – per dare ai comuni le risorse per fronteggiare le emergenze sociali sorte durante la pandemia. Due misure infine per accelerare Cassa integrazione e fi- nanziamenti garantiti dallo Stato: sostituire la Cig in dero- ga con permessi retribuiti anticipati dalle banche e l’elimi- nazione dell’intermediazione di Sace e del Fondo centrale di garanzia, così le banche erogano direttamente i finanzia- menti garantiti dallo Stato, con una manleva per i direttori di filiale se l’azienda dovesse andare male. Abbiamo inoltre presentato una serie di misure per i setto- ri più colpiti, come il turismo, la moda, l’automotive, il com- mercio, la cultura. Potrei andare avanti, perché queste sono le cose più interessanti per chi ama la concretezza, sono tutte sul sito di Azione. Le imprese devono farsi sentire anche con modi non convenzionali per far capire al governo che il tempo è prezioso in questa fase e ogni errore può far fallire migliaia di imprese Che ruolo possono svolgere le imprese nel Piano di Ri- lancio che il governo sta elaborando? Sopravvivere, per prima cosa. E farsi sentire tramite le as- sociazioni di categoria ma anche con modi non convenzio- nali, unendosi e comprando una pagina di giornale, per far capire al governo che il tempo è prezioso in questa fase e ogni errore, ogni consiglio e suggerimento che non viene ascoltato può far fallire migliaia di imprese. La verità è che perderemo oltre il 10% di Pil sul 2020 – più di chiunque altro in Europa secondo la Commissione Ue – e che quando verranno interrotti gli ammortizzatori socia- li e il blocco dei licenziamenti rischiamo una crisi sociale, oltre che economica, gigantesca. Per questo è importante implementare ora misure sempli- ci e potenti che possano sostenere il nostro sistema pro- duttivo. Spero che questo governo sia in grado capire l’im- mensità di questa sfida e di ascoltare i suggerimenti, ma ho più di un dubbio a riguardo. PRIMO PIANO

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