Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

29 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 Non si tratta di promuovere atteggiamenti “nazionali- stici”, ma di acquisire la consapevolezza di come ricostru- ire una filiera industriale strategica almeno a livello euro- peo basandosi non solo su concetti di stretta economicità delle forniture. A livello politico un nuovo, o rinnovato, modello di coope- razione in Europa su tutte le tematiche fondamentali al suo sviluppo, ha come finalità quella di assicurare un posiziona- mento dell’Europa “indipendente” e sicuramente diverso da quello statunitense e cinese e per essere meno sensibili alle dialettiche in corso che potranno investire vari settori dell’economia e dell’industria. Oggi l’innovazione è criterio dirimente per la sopravvi- venza di ogni impresa, anche piccola. L’azienda che lei guida ne ha fatto da sempre una ragion d’essere. Nella primavera del prossimo anno ricorrerà il 70° anniver- sario della costituzione dell’Elettronica Spa, fondata dall’in- gegnere Filippo Fratalocchi, che oggi ho la responsabilità di guidare nelle sue linee di futuro sviluppo, basate sull’inter- nazionalizzazione e sull’innovazione tecnologica. Elettronica svolge la propria missione quale centro di eccel- lenza nazionale nello specifico settore della difesa elettroni- ca nel complesso mondo dell’aerospazio, difesa e sicurezza nelle varie componenti della radiofrequenza, dell’elettro-ot- tico e della cyber defence, affidato alla consociata CY4GA- TE, accompagnata con successo in Borsa in questi giorni. La spinta tecnologica che caratterizza i settori in cui ope- ra Elettronica Spa in che modo può “contagiare” e fa- re da stimolo al resto del mondo produttivo e sociale? Il nostro settore di riferimento, l’aerospazio, difesa e sicu- rezza, oltre a costituire un mondo di capacità tecnologiche e industriali che contribuiscono fortemente a quel concet- to di autonomia e sovranità esposto prima, è da considera- re un efficace strumento di un’auspicata nuova politica di sicurezza estesa a tutte le potenziali minacce alla vita e sa- lute del cittadino. Questo settore risulta un motore di eco- nomia e crescita di competenze pregiate: gli investimenti in strumenti tecnologici prodotti nel settore hanno un effetto moltiplicativo di ritorno per tutta la comunità. Le proiezioni sul Pil sono, naturalmente, preoccupanti. Quali le priorità da cui ripartire? Tenendo sempre presente la difficile situazione produttiva e occupazionale creata dall’emergenza Covid-19, un passag- gio efficace dalla declinazione di idee ai fatti dovrebbe pre- vedere, con l’adeguato livello di urgenza, un programma di investimenti utili e produttivi nel settore dell’aerospazio, di- fesa e sicurezza, che contribuisca a riattivare velocemente il ciclo integrato della produzione tecnologica, sostenendo un’occupazione di competenze pregiate funzionale allo svi- luppo tecnologico dell’Italia e dell’Europa stessa. I paesi europei con forte attenzione a tali argomenti, quali Francia e Germania, si stanno già attivando in questo senso e l’Italia può cogliere l’opportunità di allinearsi ai loro pro- gressi per raggiungere il necessario livello di interlocuzione per definire programmi comuni in una rinnovata ottica di collaborazione internazionale, e anche la Commissione eu- ropea e le altre istituzioni si stanno attivando con più forza nella definizione di linee e investimenti comuni. Come giudica le misure attivate dall’Europa per contra- stare la crisi? Oggi le istituzioni europee hanno messo in campo formi- dabili strumenti finanziari sia a supporto dell’emergenza, sia per impostare un programma di sviluppo strutturale a livel- lo europeo. È una grande opportunità per tutta la comuni- tà sociale e industriale. Da tempo si sosteneva in vari consessi che solo i governi, gli Stati avevano la possibilità di varare programmi di inve- stimenti per rilanciare un’economia stagnante e di mette- re a disposizione risorse finanziarie adeguate allo sviluppo: questo sta avvenendo e spetta ora al sistema industriale, in ovvia collaborazione con le istituzioni, preparare e svilup- pare programmi e progetti di respiro adeguato e che siano in linea con le aspettative di strategicità e “rigore” richiesto dall’Europa. Ci sarà spazio in Italia per quel processo di am- modernamento delle infrastrutture tecnologiche, ma non solo quelle, fondamentali allo sviluppo del Paese e dell’Eu- ropa stessa, vivendo in un mondo interconnesso. PRIMO PIANO

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