Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

33 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 Alberto CHIESI Natura, scienza e tecnologia: ripartiamo da qui “Il mio personale auspicio è che le dure vicende che ci han- no coinvolto a causa del Covid-19 possano realmente por- tare a un atteggiamento permanente di maggiore solida- rietà e inclusione in tutta la popolazione. Penso che ce ne sia davvero bisogno, oggi più che mai”. Alberto Chiesi, pre- sidente del Gruppo Chiesi, resta ottimista e, nella consape- volezza che il modello di sviluppo dovrà cambiare, invita a tenere fermi i pilastri su cui deve poggiare: scienza, tecno- logia e rispetto della natura. Con lui abbiamo fatto una ri- flessione ad ampio raggio, cominciando proprio dai cam- biamenti portati dalla pandemia nei processi produttivi e nell’organizzazione aziendale. Presidente, come è andata? Il nostro Gruppo ha monitorato e monitora costantemen- te l’evolversi dell’epidemia, adottando provvedimenti che hanno come priorità la salute e il benessere dei pazienti e di tutte le persone dell’azienda. Sin dai primi giorni dell’emergenza, Chiesi ha istituito un Emergency Management Team con il compito di mettere in atto azioni quotidiane nel rispetto delle indicazioni fornite dalle istituzioni e dall’Organizzazione mondiale della sanità. Protezione, condivisione informazione e formazione sono i pilastri del lavoro svolto. Analoghi team sono stati creati in tutte le nostre 29 filia- li con l’obiettivo, tra gli altri, di garantire la continuità della fornitura dei nostri farmaci in tutti i paesi in cui sono distri- buiti. Naturalmente abbiamo dovuto modificare le modalità di lavoro quotidiano, introducendo lo smart working este- so per tutti i dipendenti la cui presenza non si rendeva ne- cessaria in azienda. Misura che procede anche in questo momento di cosiddet- ta fase 2, anche se con un graduale rientro nelle sedi Chie- si, garantendo il 50% di presenze così da evitare assembra- menti o situazioni potenzialmente pericolose per la salute dei nostri dipendenti. In quest’ottica, abbiamo anche offer- to la possibilità di effettuare test sierologici direttamente in azienda su base volontaria e a titolo gratuito, avvalendoci del supporto del Servizio sanitario aziendale e di persona- le esterno di laboratori autorizzati. Nelle nostre sedi, stabilimenti produttivi e centri ricerche sono stati implementati processi rigorosi a tutela della sa- lute che includono il distanziamento sociale e nuovi pro- tocolli di igiene in aggiunta ai processi di routine esistenti. Essendo attivi nel settore farmaceutico siete coinvolti in qualche modo nello studio di possibili terapie e/o vaccini? Chiesi non è attiva nell’ambito della ricerca sui vaccini, per questo motivo il Gruppo, anche in questo momento di pan- demia da Covid-19, non si sta muovendo in tal senso. Ci siamo, però, impegnati per supportare le comunità in cui siamo presenti e operiamo, a partire da Parma dove la no- stra azienda è nata e dove è presente il nostro quartier ge- nerale: un importante sforzo messo in atto con nove mi- lioni di euro complessivi donati in Italia e da parte di tutte le nostre filiali nei vari paesi di origine. Le azioni hanno compreso la donazione di dispositivi di pro- tezione individuale, ventilatori polmonari e gel sanitizzante a seguito di richieste specifiche da parte di ospedali ed enti. In Cina e in Italia sono state effettuate donazioni dirette di farmaci per le malattie respiratorie agli ospedali in difficoltà. I dipendenti italiani hanno avuto, inoltre, l’opportunità di donare ore di lavoro “virtuali” a varie associazioni di volon- tariato sul territorio attive in supporto dell’emergenza, ore convertite dall’azienda in donazione monetaria. Al di là di quanto fatto da Chiesi tengo particolarmente a sottolineare, oggi più che mai, la necessità di un maggiore e più importante sostegno pubblico alla ricerca scientifi- ca condotta in Italia a livelli eccellenti, oltre a un rinnovato impegno economico e organizzativo per la sanità pubbli- ca, che si è trovata a gestire in questi mesi situazioni dav- vero complesse. Oggi più che mai serve un maggior sostegno pubblico alla ricerca scienti ca condotta in Italia a livelli eccellenti PRIMO PIANO

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