Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

35 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 Giuseppe LAVAZZA Gli italiani cercheranno più sostenibilità e sicurezza Leader nella produzione del caffè e tra i principali torre- fattori mondiali, Lavazza è un nome familiare a tutti gli italiani e fra i simboli più rinomati della socialità, uno de- gli ambiti maggiormente messi a dura prova dalla pande- mia. Con Giuseppe Lavazza, vice presidente del Gruppo Lavazza, abbiamo approfondito l’impatto economico sull’a- zienda e gli scenari che intravede a medio-lungo termine. Presidente, come è andata? La pandemia che ci ha colpito ha provocato una situazione di emergenza che ha impattato e impatterà sull’economia internazionale in modo molto significativo. Il nostro Paese e il suo tessuto imprenditoriale e produttivo stanno affrontando una vera e propria prova di resistenza, a breve distanza da quelle già superate in occasione della ancora recente crisi finanziaria del 2008. Nei mesi della pandemia la fotografia del settore è radical- mente cambiata. È venuto a mancare tutto l’ambito del fuori casa e abbiamo assistito al contempo a una grande crescita dell’e-commer- ce. Ora tutto il settore del caffè deve riconsiderare tutta la mappa e guardare al futuro, ma Lavazza non rinuncerà a quanto di rilevante ha pianificato, salvaguardando al con- tempo il lavoro di tutte le persone. Credo che questo evento – la cui imprevedibilità e rapidi- tà di diffusione ci ha colto impreparati a livello nazionale e mondiale – ci porta alla necessità di ripensare e riconfigu- rare il nostro modo di intendere l’impresa, il nostro rappor- to con la società e il nostro essere parte di una comunità. In azienda è stato possibile applicare lo smart working? E che tipo di accelerazioni ha prodotto? Lavazza ha voluto agire immediatamente, nei primi gior- ni della crisi, su due asset imprescindibili del nostro mo- do di fare impresa: le persone e il rapporto con i territori nei quali operiamo, sia in Italia che a livello internazionale. Le priorità che ci hanno e ci stanno tuttora guidando sono: proteggere innanzitutto la salute dei dipendenti, tutelare i posti di lavoro e progettare il futuro del Gruppo Lavazza. Come primario gruppo internazionale dell’industria ali- mentare, abbiamo messo in campo tutte le azioni per as- sicurare la continuità delle attività e dei processi, operan- do nel pieno rispetto delle disposizioni e dei limiti posti dalle norme vigenti. Le misure cautelative sono state adottate in brevissimo tempo. In casi come questi è fondamentale procedere con trasparenza, pragmatismo e massimo sforzo per garanti- re a tutti – dai dipendenti ai fornitori, dai clienti a tutte le altre persone della filiera – la maggior sicurezza possibile. Avevamo già introdotto lo smart working da quasi due an- ni, ma da marzo siamo passati a cinque giorni per tutti i dipendenti: così si sono scoperte nuove opportunità, il la- voro da remoto è stato apprezzato dai collaboratori e si è tradotto in un aumento di efficienza, in termini di produt- tività, ma anche nella capacità di reinventare la socialità. Negli ultimi anni il Gruppo Lavazza ha portato avanti una strategia di acquisizioni all’estero per migliorare la pro- pria distribuzione nei mercati chiave. Questo processo prosegue o si è interrotto causa Covid-19? La nostra azienda ha una visione di lungo periodo e puntia- mo a creare valore nel tempo: anche in questi mesi com- plessi non abbiamo mai smesso di sorvegliare la roadmap della crescita e continueremo a farlo anche per il futuro, come dimostra ad esempio l’apertura del nostro primo Flagship Store in Asia, a Shanghai, tramite la partnership con Yum China. Il nostro Paese e il suo tessuto imprenditoriale e produttivo stanno a rontando una vera e propria prova di resistenza PRIMO PIANO

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