Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

39 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 A parte il fatto che per l’occasione ho fatto riaprire un al- bergo a Ragusa, piccolo ma significativo aspetto da consi- derare, la cosa ancora più significativa è che in mezza gior- nata ci siamo intesi e abbiamo risolto quello che in riunioni e riunioni da remoto non eravamo riusciti a sbloccare. Di- verso è il discorso sulla vendita al consumatore. Piattaforme come Amazon continueranno a crescere? Sì, laddove la presenza non è un valore aggiunto allora sì che la consegna a domicilio è destinata a crescere. Se de- vo prendere un bene indifferenziato, che ne so un pacco di biscotti o delle capsule per il caffè, perché fare la fila al supermercato? Lei viaggia molto per lavoro? Almeno tre o quattro mesi all’anno. Questo è un aspetto del lockdown che ho sofferto molto. Il prossimo appunta- mento all’estero, intanto, è già programmato. Gino LUNELLI Il bisogno di socialità tornerà ancora più forte wno diventare centrali La speranza è quella di lasciarsi alle spalle i mesi difficili del lockdown e di poter concludere l’anno con un brindisi in compagnia, vera e non virtuale. La socialità e il desiderio di incontrarsi, infatti, restano inna- ti e percepiti come irrinunciabili anche in un’epoca come la nostra, che grazie alla rivoluzione nell’Ict ha potuto trasfe- rire molte attività in un campo, per l’appunto, immateriale. Con Gino Lunelli, presidente onorario della Ferrari Fratelli Lunelli Spa, abbiamo cercato di capire l’impatto in un’azien- da fortemente legata alla socialità. Ma partiamo con ordine. Presidente, l’epidemia da coronavirus è stata uno tsu- nami. Oltre all’emergenza sanitaria e alle sue vittime, è esplosa una crisi economica che secondo gli esperti fa- rà sentire ancora a lungo i propri effetti. Qual è la sua opinione? Rintraccia più analogie o differenze con la cri- si del 2008? Personalmente ritengo che la crisi attuale abbia più diffe- renze che analogie da quella del 2008. In quest’ultimo ca- so si è verificata una crisi finanziaria che ha portato ad una crisi economica, mentre la crisi in corso nasce dal mercato, va ad impattare anche il mercato finanziario, ma ha cause e modalità diverse e di conseguenza è probabile abbia anche conseguenze e tempi di recupero differenti. Alcuni settori, come ad esempio quello del lusso e del turi- smo, sono stati molto colpiti dal lockdown e alcune stime parlano di una completa ripresa soltanto nel 2022. D’altra parte, credo dipenderà anche dalle misure che i go- verni riusciranno ad adottare a sostegno delle imprese e dei cittadini che si trovano in difficoltà economiche e dal- le tempistiche con le quali tali misure saranno introdotte. Il settore HoReCa è stato uno dei più penalizzati dal bloc- co del turismo e il settore enologico è uno dei più legati alla socialità. Dal suo punto di osservazione ci può dire qual è situazione ad oggi? Il consumo di bollicine e di vino in generale è prevalente- mente legato alla convivialità, alla voglia di stare insieme. Il lockdown ha penalizzato moltissimo il settore HoReCa e di riflesso le aziende del food & wine. Dalla riapertura dei locali e ristoranti nella seconda metà di maggio abbiamo però notato una graduale ripresa dei con- sumi e di conseguenza una ripartenza commerciale. Bar e ristoranti hanno riaperto le porte e hanno ricomin- ciato a rifornirsi. Complice la bella stagione, le persone mo- strano il desiderio di riprendersi gli spazi a cui hanno dovu- to rinunciare per molte settimane, hanno ripreso a uscire per prendere un aperitivo e andare al ristorante. Sono convinto che il bisogno di socialità tornerà ancora più forte: anche quando eravamo costretti a rimanere in casa, sentivamo la necessità di sentire parenti e amici al telefo- no, di condividere con loro quanto stava accadendo e co- me lo stavamo affrontando. Dalla riapertura dei locali e ristoranti nella seconda metà di maggio abbiamo notato una graduale ripresa dei consumi PRIMO PIANO

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