Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

43 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 L’innovazione è strutturalmente al centro della sua azien- da. Crede che il “restart” possa orientare anche le pmi in questa direzione? Me lo auguro perché non c’è futuro senza tutela del nostro pianeta. Auspico che agevolate dalla flessibilità e adattabilità della loro dimensione, le Pmi riescano a cogliere l’opportu- nità delle risorse che verranno rese disponibili, per utilizzar- le nel segno della sostenibilità, con uno sguardo al futuro e con una diversa visione del fare impresa. Per esperienza diretta, comprendo molto bene la difficoltà di introdurre cambiamenti nei processi e soprattutto nella mentalità. È richiesto uno sforzo immane. Noi, ad esempio, siamo riusciti ad avere un sistema produttivo molto avan- zato e all’avanguardia grazie al continuo investimento eco- nomico ma anche e soprattutto grazie alla nostra deter- minata volontà di tenere costantemente sotto i riflettori la revisione e l’aggiornamento dei processi. Cosa ricorda dei primi periodi dell’emergenza? La reazione dei dipendenti. Abbiamo registrato una par- tecipazione per molti versi commovente e lo dico senza alcuna retorica. Questa è la prova che quando si riesce a creare uno spirito di gruppo e una positiva relazione di re- ciproco rispetto ogni problema può essere affrontato e spesso superato. Giovanni NOVI Shipping e trading internazionale Non c’è ragione per smarrire fiducia e ottimismo. “I nostri avi sono incappati nella peste, nel colera, nella spagnola: eppure il mondo non si è fermato”, ricorda Giovanni Novi, classe 1935, fondatore e ora presidente onorario della “Bur- ke e Novi”, tra i più importanti player a livello mondiale nei trasporti con navi cisterna, di carico secco e nell’attività di compravendita navi. Qual è il suo punto di vista sull’economia globale? Secondo il World Economic Outlook (Weo) pubblicato ad aprile 2020 dal Fondo monetario internazionale (Fmi), si pre- vede che l’economia globale si ridurrà del 3% nel 2020, dopo aver registrato una crescita annuale del 2,9% l’anno scorso. Una ricerca pubblicata a fine maggio ha mostrato che le esportazioni verso la Cina potrebbero subire un calo che va dai 15,5 ai 33,1 miliardi di dollari. Corrisponde ad una caduta del 46% sulla proiezione della crescita annuale. Dato che la Cina crea approssimativamente 1/5 dell’espor- tazione mondiale delle merci, un declino drastico delle sue importazioni porterebbe un duro colpo ai produttori di be- ni primari a livello globale. Per far fronte agli impatti economici di Covid-19, la Federal Reserve degli Stati Uniti inietterà nell’economia miliardi e miliardi di dollari attraverso una serie di programmi lancia- ti tra marzo e aprile. In Europa, la Banca centrale europea continuerà ad acquistare titoli di Stato nell’ambito del suo programma di emergenza pandemica (Pepp) fino a raggiun- gere il limite di 1.350 miliardi di euro. PRIMO PIANO

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