Civiltà del Lavoro, n. 3/2020

50 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2020 FOCUS ne e ha definito la semplificazione la riforma più importan- te. Ma i nodi sono infiniti, riguardano non solo le gelosie dei ministeri, le competenze intricate, la pigrizia o la “pau- ra della firma” dei pubblici dipendenti, ma anche delicatis- sime questioni che riguardano i diritti individuali di cittadi- ni e imprese, nonché la necessità di arginare l’arrembaggio della criminalità organizzata che ormai utilizza a man bassa appalti e corruzione, come sottolineano i magistrati anti- mafia e da ultimo anche il presidente dell’Autorità Anticor- ruzione Merloni nella sua relazione annuale. Comunque, il governo ci sta provando, anche se il decreto semplificazione è solo il primo passo cui dovranno seguirne altri. Il decreto, 48 articoli per un centinaio di pagine, com- prende quattro capitoli: appalti; procedure e responsabili- tà; amministrazione digitale e green economy. Per sveltire gli appalti si prevede per un anno (fino al 31 luglio 2021) l’affidamento diretto per opere o servizi fino a 150mila ll’indomani dell’approvazione in Con- siglio dei ministri “salvo intese” del decreto semplificazione, nella notte del 6 luglio scorso, il Corriere della Sera ha titolato in prima pagina: “Il governo sblocca 130 cantieri”, ma il commento a fianco prendeva su- bito le distanze dall’enfasi ottimistica del titolo: “La (lunga) lista di buoni propositi”. Sta in questa ambivalenza di entusiasmi e rassegnazioni, fi- ducia e pessimismo la lunga storia delle (mancate) sempli- ficazioni del nostro apparato amministrativo che ci con- dannano a lungaggini e inconcludenze. Sarà la volta buona? Sotto la spinta della crisi e della pioggia di miliardi in arrivo dall’Europa che andranno spesi presto e bene su proget- ti precisi, la semplificazione è una assoluta necessità, pena la perdita dei fondi comunitari. Il premier Conte lo sa be- A di Paolo MAZZANTI Sempli cazione appalti, AVANTI A PICCOLI PASSI

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