Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2020
18 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2020 Intervista a Ferruccio DE BORTOLI di Cristian FUSCHETTO er evitare di sprecare la grande sfida che il Paese è chiamato oggi ad affrontare è necessaria una spinta da parte della “bor- ghesia produttiva illuminata”. Serve una grande azione di “educazione civile”, sot- tolinea Ferruccio de Bortoli. Chi contribuisce a una quota significativa del Pil e del benessere del Paese, chi esercita una grande responsabilità nel tessuto produttivo italiano, ha il dovere di avvertire chi non se ne fosse ancora reso conto che l’Italia è di fatto sotto un potente anestetico: il debito pubblico. “Come ha avuto modo di avvertirmi il pre- sidente Maurizio Sella, al giugno 2021 la Banca centrale eu- ropea possiederà circa un terzo del nostro debito pubbli- co, ma questo non deve indurci a pensare che il problema non esista, perché il debito va ripagato e bisogna capire da subito come”. E invece secondo l’editorialista del Corriere della Sera la sensazione è che questa preoccupazione non ci sia, anzi sembra che a una insana indifferenza nei con- fronti di un macigno lasciato cadere sulle spalle delle futu- re generazioni, si aggiunga anche l’illusione che alla fine a risolvere ogni problema ci pensa lo Stato. Ecco, il paraca- dute statalista agisce come un secondo e più potente ane- stetico che, come il debito, prima o poi cesserà di eserci- tare i suoi effetti. Viviamo, dunque, fuori dalla realtà? Per alcuni versi è così. Viviamo come normali delle situa- zioni eccezionali. Il debito pubblico crescerà, a fine 2020, di quasi duecento miliardi e se è vero che ci troviamo in una situazione nella quale il denaro costa di meno, è anche ve- ro che la crescita del debito in termini assoluti è a dir po- co preoccupante. Ricordiamo tutti il bellissimo articolo di Mario Draghi sul Fi- nancial Times, bisogna spendere ma bisogna spendere be- ne, e invece la sensazione è che si sta perdendo il peso re- lativo dell’indebitamento. Finiamo col dare sempre meno importanza alle spese che dobbiamo fare, come se i miliar- di fossero diventati noccioline. La polemica sul meccanismo europeo di stabilità nasce anche da questo atteggiamento? Credo di sì. Il discorso secondo cui si possano pagare benis- simo 500 milioni in più di interessi anziché prendere il Mes suona per molti versi esoterico. Per questo penso che il Pae- se abbia bisogno di una grande azione di educazione civile. Quale? Un’azione di educazione civile avviata dal mondo dell’impre- sa. Chi produce ricchezza ha il dovere di rendere chiaro a tutti che non esistono pasti gratis, che non esistono inde- bitamenti che non si debbano restituire, se si perde anche questa consapevolezza allora viene meno anche il dovere di P Italia sotto ANESTETICO Ferruccio de Bortoli PRIMO PIANO
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