Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2020
39 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2020 Venerando FARO Servono sgravi scali per essere pronti dopo l’emergenza wno diventare centrali Venerando Faro guida un gruppo di aziende da lui fondate – Piante Faro e Mediterranea Piante – specializzate nella produ- zione e commercializzazione di piante ornamentali mediter- ranee e subtropicali. Dalla Sicilia ha conquistato un ruolo di primo piano nel florovivaismo europeo. Un settore che vive principalmente grazie agli eventi, pubblici e privati, i quali con la pandemia sono stati fortemente ridotti se non del tutto vietati. Che impatto hanno avuto i mesi di lockdown sulla sua attività? E come è cambiato il modo di lavorare dentro l’azienda? La mia prima sensazione è stata come quando si entra in un tunnel autostradale in pieno giorno senza avere l’illumi- nazione e per qualche secondo non si riesce a scorgere l’u- scita. Grazie all’amore che proviamo per il nostro lavoro e alla passione che mettiamo nel fare impresa, la luce in lonta- nanza l’abbiamo vista, o almeno immaginata. Abbiamo con- tenuto l’urto e cercato di trovare soluzioni per mantenere in piedi la nostra attività limitandone le perdite. Il settore degli eventi, insieme a quello del turismo, è uno dei più penalizzati dalla pandemia. Quali ricadute ha avuto nel campo del florovivaismo? La scorsa primavera non è stata semplice per la nostra azien- da, la vendita si è ridotta in modo drastico e improvviso. Docenti dell’Università Mit di Boston sostengono che nul- la sarà come prima. Condivido questa affermazione e au- spico che l’esperienza che stiamo vivendo possa lasciarci uno spirito diverso e più consapevolezza su come affron- tare il nostro lavoro. Abbiamo scoperto di essere tutti a rischio, pertanto do- vremmo propendere per un’economia più rispettosa per la salute e per l’ambiente, dando più importanza al territo- rio che ci circonda e lottando per avere più spazi verdi e meno inquinamento. Il nostro settore, dunque, può avere un ruolo strategico. Comincerei piantando milioni di piante in tutta Italia, dan- do dignità ad un territorio che negli ultimi 40 anni non è stato molto rispettato. La nostra azienda è poliedrica e abbraccia, oltre al vivaismo, il settore turistico, della ristorazione e della vitivinicultura. Il Donna Carmela Resort & Lodges è una dimora storica im- mersa nel verde, scelta dai turisti per la privacy, con annes- so ristorante gourmet La Cucina di Donna Carmela; Radi- cepura è un parco botanico in uno scenario unico con un centro congressi all’interno di una serra di piante tropicali, autosufficiente dal punto di vista energetico e idrico, che permette di organizzare eventi mantenendo le dovute di- stanze; l’azienda vitivinicola Pietradolce, sul versante Nord dell’Etna, quest’anno affronta forse la migliore vendemmia di sempre dal punto di vista qualitativo, ma si trova qua- si orfana del mercato più importante, quello americano. Queste attività, tutte frecce al nostro arco, sono un rebus che potremo sciogliere solo nei prossimi anni. Le limitazioni agli spostamenti e la paura diffusa mettono in seria crisi settori che promettevano i maggiori ricavi degli ultimi dieci anni. Questi primi mesi autunnali stanno mostrando un’inver- sione di tendenza oppure è tutto ancora fermo? Incertezza è il sostantivo che descrive meglio questi mesi. Ciò che prima era la norma ora non lo è più. Ad ottobre si sono vendute meno piante rispetto allo scorso anno, men- tre sono cresciuti i clienti al Donna Carmela, come se i tu- risti volessero approfittare dell’ultima occasione prima di un eventuale stretta agli spostamenti. Incertezza è il sostantivo che descrive meglio questi mesi. Ciò che prima era la norma ora non lo è più. L’unica certezza è che nulla sarà come prima PRIMO PIANO
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