Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2020
58 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2020 FONDAZIONI Pro lo ALBERTO MASOTTI è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1995. Ha guidato no al 2008 “La Perla”, azienda creata dalla madre come corsetteria e da lui trasformata in un gruppo industriale leader dell’intimo di alta gamma e della moda di lusso. È fondatore e presidente di Fondazione Fashion Research Italy, nata per promuovere e sostenere la cultura d’impresa delle aziende manifatturiere del settore moda GOVERNARE ILMERCATO DIGITALE Altrettanto rilevante, soprattutto alla luce della costante crescita del commercio elettronico, è il corso di alta formazione “Fashion E-com- merce Management”. Nato dal know how che rese il Grup- po La Perla uno dei casi più significativi di boutique digita- li globali, e che portò l’azienda a crescere a doppia e tripla cifra, il piano di studi è dedicato alle dinamiche di creazio- ne e gestione di un progetto di vendita online per l’indu- stria fashion & luxury, con un focus su due macroaree che caratterizzano il settore: l’eBusiness e la comunicazione. “Il clima di sospensione e di ipotesi che ci ha accompagnato in questi mesi, con le gravi ricadute sociali ed economiche che ha comportato – rileva Masotti – ha reso chiaro come le piccole e medie imprese di cui è composta la filiera moda italiana non fossero del tutto preparate sul fronte digitale. Un’arretratezza che al giorno d’oggi, in cui i confini tra rea- le e virtuale sono tanto labili, non è più possibile permet- tersi per rimanere competitivi sul mercato, nostrano e in- ternazionale. Io per primo sono molto affezionato a certe esperienze analogiche che, soprattutto in questo mondo che ho tanto vissuto e amato, trovo insostituibili. Ma negli occhi di un imprenditore non può mai mancare il guizzo dell’innovazione, quella capacità di guardare oltre. ‘Sempre avanti’, come scrive la stimata collega Cavaliere del Lavoro Giovanna Furlanetto nel suo libro”. IL FONDO RENZO BRANDONE L’impegno della fonda- zione non si esaurisce nella formazione di imprenditori e professionisti del settore moda. Fashion Research Italy in- terviene infatti, anche nella valorizzazione delle eccellenze manifatturiere della storia della moda italiana mettendo a disposizione un ricco patrimonio archivistico: il Fondo Ren- zo Brandone, costituito da 30mila disegni tessili firmati dai più noti studi internazionali di grafica dalla metà dell’Otto- cento ai giorni nostri e corredati da libri campionario, re- pertori orientali e una biblioteca di 5mila volumi. A dispo- sizione di uffici stile e designer per la consultazione fisica e digitale è un significativo bacino di ricerca per immagina- re nuove creatività per collezioni moda e di arredamento. “La valorizzazione del patrimonio archivistico – racconta il presidente della fondazione – è stata per me da sempre centrale nel disegno immaginato per Fashion Research Italy. I meravigliosi capolavori d’arte tessile custoditi nei caveau sono una testimonianza non solo della ricchezza e della va- rietà del made in Italy ma anche, e soprattutto, di una par- te della filiera sconosciuta ai più, che oggi è bene tenere a mente perché non vada persa. Se le radici sono importanti per le persone, come possono non esserlo per le aziende? Nella mission della fondazione è quindi centrale la cultura d’impresa come valore fondante della nostra tradizione e base per immaginare nuovi passi”. SFILATE DEMATERIALIZZATE Memoria storica, innova- zione e tecnologia proiettano dunque design e stile nel fu- turo accompagnando creativi e piccole e medie manifattu- re nella valorizzazione del capitale umano e nella ricerca di nuovi linguaggi per la moda. A partire da quelli digitali che, nella lungimirante visione di Masotti, sono rappresentati ne- gli spazi della fondazione da due installazioni multimediali. Una silhouette femminile composta da led per omaggiare le donne artigiane che hanno fatto conoscere e apprezza- re lo stile italiano nel mondo, e una passerella digitale re- alizzata attraverso l’installazione di otto monitor visibili in prospettiva come un unico lungo schermo e dotati di un sistema di diffusione sonora ad alta definizione. Ideata nel 2017 come opportunità per i designer di crea- re e fruire di sfilate virtuali, oggi, ai tempi del Covid, la pas- serella virtuale rappresenta quanto di più attuale vi possa essere nel fashion system. “È stata immaginata come una dematerializzazione della sfilata, uno dei momenti più signi- ficativi nel racconto della moda, reso possibile dalle nuove tecnologie – spiega Masotti ricordando la sua intuizione –. La mia proposta era che fashion week e fiere di settore si dotassero di passerelle multimediali per contenere i costi e consentire anche agli stilisti emergenti di farsi conosce- re sulle scene di riferimento più difficilmente raggiungibili, approcciando mercati in espansione, come Shanghai. Que- sto delicato periodo ha dimostrato come l’integrazione tra fisico e digitale generi potenzialità di grande interesse che nessun brand dovrebbe sottovalutare o guardare con dif- fidenza. È la forza del cambiamento che va cavalcato, non subìto”. F.B.
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