Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2020
61 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2020 FONDAZIONI “Per una scienza nuova del governo della città”, di Gianfranco Dioguardi (Donzelli Editore, 2017) pletamente legata alla sua personalità e finanziariamente molto impegnata. Ciò mi portò ad approfondire i temi or- ganizzativi imparando come “l’organizzazione” – parola di uso così comune – costituisca una realtà assolutamente non scontata e di grande complessità, in particolare nelle due principali manifestazioni che l’essere umano ha svilup- pato per soddisfare fondamentali esigenze: le imprese pro- duttive e i contesti urbani. Sono così approdato al pensiero che imprese e città fini- scono per costituire fenomeni primari dell’individuo e per la stessa civiltà, fenomeni emersi per esigenze di “necessi- tà” (lo spirito imprenditoriale per produrre fattori di sussi- stenza) e di “utilità” al fine di assicurare sicurezza attraver- so la convivenza urbana. Emergeva allora anche il concetto di “manutenzione pro- grammata di natura sociotecnica” che iniziammo a speri- mentare pubblicando nel 1990 un trattato su “La manu- tenzione urbana. Idee ed esperienze in Europa” (Il Sole 24 Ore Editore) a cura di una divisione creata nell’ambito del- la nostra impresa. Fece poi seguito nel 1994 uno studio del Cnr su “Manuten- zione Scienza della conservazione urbana” (Il Sole 24 Ore Editore) ancora con un mio saggio introduttivo. Tutte queste esperienze sono state poi istituzionalizzate e insegnate nelle lezioni del mio corso manageriale nell’am- bito dell’ingegneria gestionale, che ho per oltre trent’anni tenuto in qualità di professore ordinario presso il Politec- nico di Bari. La School of Urban Management, promossa da Fonda- zione Dioguardi, Università di Bari e Anci, è stata avvia- ta a giugno con il master di I livello “City School per il governo della città complessa”. Quali figure si intendo- no formare e come è articolato il programma di studi? La finalità del master – e più in generale della SUMCity School – è quella di formare nuove figure professionali, “funziona- ri e manager urbani” dotati di innovative competenze per meglio affrontare il governo della complessità emergente nelle città del terzo millennio. L’obiettivo è quindi quello di consentire interventi organiz- zativi sulle città del terzo millennio intese come organismi viventi in costante evoluzione, costituite da cittadini che vi- vono in manufatti urbani da conservare e restaurare contra- stando l’emergente degrado fisico e sociale, in particolare nelle periferie emarginate, attraverso nuove forme di cultura urbana e di “manutenzione programmata” a carattere tec- nico accompagnato da interventi sociali di tipo educativo. È anche auspicabile l’elaborazione di nuove competenze e di teorie manageriali dedicate in modo specifico al governo della città intesa come sistema organizzativo complesso, co- sì da rendere più efficiente la gestione della “città-impresa” erogatrice di innovativi servizi ai cittadini (smart city) rinfor- zando il carattere inclusivo e partecipato della città stessa. Questa offerta formativa si rivolge quindi ad amministrato- ri pubblici (sindaci, assessori, dirigenti, consiglieri, funziona- ri ordinari), ma anche e soprattutto a giovani diplomati e laureati, ovvero ai potenziali futuri manager interessati alla gestione del governo delle città complesse, nonché a pro- fessionisti e imprenditori comunque interessati alle nuove problematiche urbane. I singoli corsi sono stati impostati come veri e propri “laboratori di nuove teorie per il gover- no della città” e le relative lezioni hanno cercato di risolve- re problemi emergenti nei contesti urbani del terzo millen- nio utilizzando testimonianze dirette e significative su casi concreti e buone pratiche già sperimentate in Italia e all’e- stero, esaminando anche le indicazioni di problemi espresse dai ragazzi delle scuole secondarie coinvolti nel loro ruolo di futuri cittadini in grado di osservare le disfunzioni in at- to nei territori urbani da loro frequentati. La scuola manageriale è il primo esempio di istituzione dedicata alla formazione di competenze rivolte alla gestio- ne della città. Perché vi è stato questo vuoto formativo? Il poco spiegabile “vuoto formativo” relativo alle competen- ze per la gestione urbana è forse dovuto alla superficialità con cui si considera il concetto di “organizzazione”, quasi
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