Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

101 Civiltà del Lavoro dicembre 2020 AL CENTRO DI MATEMATICA DI URBINO Nello stes- so periodo (fine anni Sessanta), avevo cominciato a segui- re a Urbino i corsi di matematica estivi di Bruno De Finet- ti, un matematico statistico, accademico dei Lincei, nato a Innsbruck. De Finetti aveva dedicato gran parte della sua at- tività scientifica allo studio della teoria soggettivistica delle probabilità: “La probabilità”, scriveva, “è il grado di fiducia che un individuo, sulla base delle conoscenze a lui disponi- bili, attribuisce a un evento o ad un enunciato, la cui veri- tà o falsità gli sono, per qualche motivo, sconosciute”. Ma ai suoi seminari si discuteva di economia a tutto tondo, in totale libertà. In una traccia sintetica delle questioni che si sarebbero dovute affrontare il 19-25 settembre 1971, De Fi- netti si soffermava per esempio sui possibili correttivi da introdurre nel sistema economico, tra cui “misure intese a garantire, attraverso una perequazione in sede fiscale, un reddito minimo a tutti”. Un tema di cui si è tornati a discu- tere ancora dopo cinquant’anni. Il Centro internazionale ma- tematico estivo era frequentato da economisti, sociologi, politologi, studiosi e intellettuali di prim’ordine del mondo accademico e non solo. Nella lunga lista dei partecipanti al seminario del 19-25 settembre 1971 ritroviamo, fra gli altri, Mario Arcelli, Lelio Basso, Federico Caffè, Bruno Contini, Guido Martinotti, Gianni Nardozzi, Fabrizio Onida, Antonio Pedone, Guido Rey, Franco Reviglio, Michele Salvati, Pao- lo Savona, Carlo Secchi e Sergio Steve. Fu a quelle lezioni che conobbi Mario Draghi, con il quale instaurai, negli anni trascorsi al vertice di Eni, un solido rapporto professiona- le che dura tuttora. Alle giornate di studio del 17-22 settembre 1973 erano sta- ti invece invitati Francesco Forte, per discutere del proble- ma delle abitazioni in Italia, Sergio Bruno, per affrontare le questioni del mercato del lavoro, e Giulio Mezzetti, per par- lare di ecologia e del rapporto tra produzione e ambiente. Il mondo degli economisti di allora aveva grande influenza sull’opinione pubblica e sulla politica, molto più di quanta ne abbia oggi. Gli economisti erano contesi dai giornali, dai partiti, dai sindacati. Guardando indietro agli anni dell’università talvolta mi chie- do in che cosa abbiano contribuito alla mia carriera mana- geriale. I miei studi, le persone che ho incontrato, i maestri che ho avuto sarebbero stati più coerenti con un’onesta carriera accademica che con la gestione delle due più im- portanti aziende italiane. GLI ANNI DELL’UNIVERSITÀ E LA VITA DA MANAGER All’università non immaginavo di fare il manager né ho fre- quentato corsi che mi potessero servire per farlo, al con- Il mondo degli economisti di allora aveva grande in uenza sull’opinione pubblica e sulla politica, molto più di quanta ne abbia oggi L'ultimo libro di Franco Bernabè, “A conti fatti.Quarant'anni di capitalismo italiano” (Edizioni Feltrinelli, 2020), è un documento importante sul sistema produttivo italiano e sui rapporti tra politica e impresa Bruno De Finetti. “Ai suoi seminari – ricorda Bernabé – si discuteva di economia a tutto tondo, in totale libertà” LIBRI

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