Civiltà del Lavoro, n. 6/2020
20 Civiltà del Lavoro dicembre 2020 La tanto attesa discontinuità negli scenari più complessi di politica estera dovrà essere valutata con attenzione. Gli assi fondamentali sul panorama internazionale non cambieranno, anche perché in parte erano già all’opera con la presidenza Obama. Biden rientrerà nell’Organizzazione mondiale del commercio e valorizzerà il rapporto con l’Unione europea Tornando alla politica estera, quali saranno gli elemen- ti di continuità e discontinuità negli scenari più delicati? Come già detto, al di là dello stile e di una maggiore atten- zione al multilateralismo, gli assi fondamentali della politica estera americana non cambieranno, anche perché in parte erano già all’opera con la presidenza Obama. Penso che Biden rientrerà nell’Organizzazione mondiale del commercio e valorizzerà il rapporto con l’Unione europea, mentre Trump preferiva i rapporti coi singoli Stati. La competizione strategica con la Cina, specie dopo l’Ac- cordo commerciale dei 15 paesi dell’Asia-Pacifico pilota- to da Pechino, resterà il tratto fondamentale della politica estera americana. La Russia, anche se meno temibile dal punto di vista eco- nomico, resta un antagonista storico. Anche in Medio Oriente sarà difficile non proseguire con la politica di Trump, che ha portato agli Accordi di Abra- mo di pacificazione tra Israele e le monarchie del Golfo per isolare l’Iran, anche se ci sarà una maggiore attenzio- ne ai diritti umani. Probabilmente le maggiori novità potranno venire dal rien- tro degli Stati Uniti negli Accordi sul Clima di Parigi e qui ci potrebbe essere un terreno di collaborazione con il Gre- en Deal europeo e col nostro Paese, anche in vista del G20 del prossimo anno. PRIMO PIANO
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