Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

27 Civiltà del Lavoro dicembre 2020 po non pienamente colte dal sistema bancario italiano. La pandemia ha determinato un’accelerazione evidente nel- le scelte degli investitori e dei risparmiatori a favore dello sviluppo sostenibile, come abbiamo mostrato nel Rappor- to ASviS di ottobre. D’altra parte, la scelta della Commissione europea di finan- ziare gran parte del Next Generation Eu con green bond e il programma Sure con social bond farà sì che l’Unione eu- ropea sarà tra breve il principale emittente di titoli a impat- to sociale e ambientale. D’altra parte, la BCE ha annunciato che questi ultimi sono utilizzabili come collateral per le ope- razioni con la Banca centrale e ha aperto una discussione sull’uso dei criteri Environment, Social, Governance (ESG) nelle operazioni di politica monetaria, anche se su questa impostazione c’è il parere contrario della Bundesbank e di molti economisti, che sostengono la ‘neutralità’ della po- litica monetaria. Già molte banche centrali, tra cui la Banca d’Italia, usano i criteri ESG per l’allocazione delle proprie attività e credo che, anche in questo campo, nel prossimo futuro vedremo importanti novità, anche a seguito delle nuove normative europee in preparazione per il 2021. D’altra parte, visto che negli ultimi 50 anni i mitici ‘merca- ti’ non sono stati capaci di fare scelte in grado di evitare di portare il mondo su un sentiero di sviluppo insostenibi- le, non capisco perché dovremmo evitare – in nome della neutralità – di spingere i mercati nella direzione giusta. In- fatti, i tempi della transizione ecologica sono strettissimi e dobbiamo usare tutti gli strumenti a nostra disposizio- ne per accelerarla. Nel suo recente libro “Quel mondo diverso” scritto con l’ex ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca lei sostiene che è possibile costruire una società più so- stenibile riequilibrando il rapporto tra democrazia e ca- pitalismo. Quali sono i maggiori ostacoli da superare? Il modello di capitalismo affermatosi negli ultimi quarant’an- ni a partire dalla svolta thatcheriana e reaganiana, cioè il ca- pitalismo neoliberale, ha portato molti vantaggi, ma ha an- che prodotto danni gravissimi, sia in campo ecologico che in campo sociale. Già prima della pandemia si discuteva di avviare una nuova fase del capitalismo, tornando alla centralità degli stakehol- der e non degli shareholder, cioè degli azionisti, come teo- rizzato da Milton Friedman, per renderlo capace di affron- tare le sfide del XXI secolo, in primo luogo l’avvicinamento ai limiti planetari e le disuguaglianze crescenti. Nel nostro libro mostriamo come tante idee per un mo- dello diverso sono già sul tavolo, perché elaborate negli ultimi decenni in contrasto con l’ortodossia economica. Come ricorda Thomas Kuhn, un cambio di paradigma av- viene quanto quello dominante non è più in grado di spie- gare le tante anomalie che, secondo quest’ultimo, non do- vrebbero esistere. PRIMO PIANO

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